Musicista bolognese tra arte e impegno per la salvezza degli ebrei perseguitati
Sulla scorta dei documenti del fondo archivistico “Mario Finzi”, donato da Renato Peri al Museo Ebraico di Bologna, la mostra storico-documentaria è sulla vicenda biografica di Mario Finzi, eminente figura di pianista bolognese, che vide la sua carriera artistica spezzata dagli eventi che dall’emanazione delle leggi razziali segnarono l’avvio della persecuzione antiebraica in Italia. Mario Finzi, giovane antifascista e appartenente alla Resistenza, dal 1941 si impegnò con tutte le sue energie per salvare ebrei di Bologna e dell’Emilia-Romagna attraverso la DELASEM (Delegazione per l’Assistenza degli Ebrei Migranti), organizzazione nazionale di cui Finzi divenne il segretario per la rappresentanza di Bologna e nella quale lavorò con Eugenio Heiman. Furono suoi amici i migliori bolognesi del periodo: Cesare Gnudi, Giorgio Morandi e Giuseppe Raimondi, i fratelli Telmon, i fratelli Arcangeli, Gina Fasoli, Corrado Festi, Massenzio Masìa, Armando Quadri, Gino Onori.
Arrestato nel 1944 dai nazifascisti per la sua attività di oppositore, fu poi imprigionato nel campo di Fossoli. Da qui, fu deportato ad Auschwitz, dove morì nell’inverno 1944-45.
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