domenica 5 giugno 2011

TUTTI GLI OCCHI SEGRETI DI ADOLF HITLER

LO SPIONAGGIO NAZISTA. Storia del sistema di informazione che controllava capillarmente la società tedesca e il mondo

L'occhio del totalitarismo. Sin dai primi mesi della presa del potere nel gennaio 1933, il regime nazista si attivò per l'organizzazione di diverse agenzie di spionaggio e di una polizia politica. L'insegnamento che veniva da oriente, dal regime bolscevico, si rivelò quanto mai prezioso, tanto più che in quegli stessi tempi Stalin stava assumendo le redini dell'URSS, imponendo un sistema di controllo della società inaudito. La letteratura sul totalitarismo ha ben illustrato, soprattutto, dopo lo studio di molti documenti nell'ultimo decennio, le affinità tra i due sistemi totalitari nazista e comunista. Da questo punto di vista, si può dire che il controllo capillare della società e l'attività di spionaggio all'estero del regime nazista non raggiungessero l'efficienza dell'analogo controllo sovietico, soprattutto per la strategia di Adolf Hitler - forse svantaggiosa per i meccanismi dello Stato ma indubbiamente vantaggiosa per lui, che del principio del divide et impera aveva fatto un punto di forza - di affidare compiti analoghi a strutture in concorrenza, creando acerrime rivalità personali, confusioni operative, molta improvvisazione.
Le agenzie di spionaggio e controspionaggio del Terzo Reich vennero affidati a uomini ambiziosi, facilmente controllabili e ricattabili dal Führer: come l'ammiraglio Wilhelm Canaris, eccentrico e allo stesso tempo geniale dell'Abwehr, il servizio segreto delle forze armate, la Wehrmacht. Canaris, uomo elegante carismatico, era affetto da blesità, una malattia della pronuncia che porta a deformare, sostituire o cancellare consonanti di alcuni vocaboli; allo stesso tempo era ipocondriaco, allergico a vestire le uniformi, drammaticamente freddoloso (si vestiva di pesanti abiti invernali per tutto l'anno).L'ammiraglio diffidava anche, irrazionalmente, delle persone troppo alte, con le orecchie troppo piccole, mentre coltivava una passione maniacale per i cani. Poteva disinteressarsi dei figli e della moglie, certo non dei suoi due bassotti, e per conquistare la sua fiducia incondizionatamente bastava affrontare l'argomento dei cani. "I cani - era la riflessione lapalissiana di un uomo apparentemente sofisticato - non tradiscono mai". A differenza degli agenti segreti, sembra la naturale conclusione di questa tesi. Eppure, sotto la direzione di Canaris, l'Abwehr si organizzò efficacemente, almeno per i primi tempi, e dilatò il proprio ombrello operativo, a discapito di agenzie "rivali", in primis la famigerata SD (Sicherheisdienst) di Reinhard Heydrich, il servizio segreto delle SS. Oltre a questo, Canaris amava eseguire alcune operazioni segrete in prima persona. Il comandante supremo delle SS, Heinrich Himmler, lo definiva, ammirato, "una spina nata". Di vecchia formazione guglielmina, Canaris alternava clamorose perplessità nei confronti di Hitler e del suo regime, a entusiaste adesioni a quello che doveva sembrare, allora, un fulgido futuro. Ovviamente, con i rovesci bellici della prima metà degli anni quaranta, Canaris comprese il drammatico errore tedesco, ma a quel punto la sua posizione era stata resa traballante, soprattutto dal rivale, anche se ufficialmente amico, Heydrich.

Improbabile termine, quello di amico, per un uomo --Heydrich appunto - che i suoi stessi sottoposti definivano, significativamente, "la belva bionda". Alcuni commenti lasciati da Canaris parlano, nei suoi confronti, di "un brutale fanatico", mentre altri vi vedevano "un animale predatore che può perseguire l'ingiustizia fino ad arrivare all'estrema crudeltà". Credenziali, queste, che

Heydrich, comandante dell'SD presso il Führer assumevano il valore di una buona condotta. Anche per Heydrich, però, non mancavano i punti deboli: adoratore della musica, virtuoso violinista, non traduceva questo talento in sensibilità umana né tantomeno in capacità comportamentale nelle pubbliche relazioni: alto, elegante, dalla voce acuta, amante dello sport, soprattutto di scherma e corsa, Heydrich preferiva di gran lunga la solitudine faticosa del gesto sportivo al chiacchiericcio delle cene di regime. Ciò nonostante, il suo aspetto gli permetteva di trasformarsi in un abile conquistatore di cuori femminili: quando le donne entravano in scena, allora anche la vita sociale notturna poteva avere un senso (soprattutto nella casa di tolleranza per gerarchi, il Salon Kitty, organizzata dalle stesse SS per deliziare gli alti papaveri ma anche per controllarli e spiarli. Quando Heydrich vi si recava, però, microfoni e riprese nella sua camera si silenziavano improvvisamente). Anche in questo caso può valere il giudizio di Himmler, acuto osservatore di uomini, che vi vedeva "il perfetto esempio della razza ariana". Un altro uomo forte dello spionaggio nazista era Walter Schellenberg, che alla sola età di 31 anni, con i gradi di maggiore delle SS, assunse la direzione della sezione estera della SD. Affabile, ma ambizioso sino alla paranoia, Schellenberg sguinzagliava agenti per il mondo, e alle spalle di essi sguinzagliava altrettanti agenti che li spiassero a loro volta. Non si fidava di nessuno. "L'uomo che aveva orecchi ad ogni parete", come si diceva nella Berlino di quegli anni, fu anche colui che riuscì a provare al Führer la responsabilità di Canaris nel complotto che mirava, nel 1943, al suo assassinio. Mossa ad arte, questa, che portò alla direzione dell'Abwehr proprio lui, Schellenberg. Altra figura importante dello scenario spionistico era Reinhard Gehlen, forse l'agente segreto più temibile dell'Abwehr: schivo, lontano dalla mondanità, "l'uomo senza volto", come veniva chiamato, apparteneva all'alta borghesia prussiana. Nel 1942 Gehlen ottenne il ruolo di comandante dell'FHO (Eserciti stranieri orientali), sezione spionistica atta a raccogliere informazioni ad Est, sul fronte, pericolosissimo, del regime sovietico: mandò uomini in missioni pericolosissime dietro le linee nemiche, raccogliendo informazioni preziose al prezzo del sacrificio di moltissimi agenti.
La rivalità tra Canaris e Heydrich. Fu il 2 gennaio 1935 che Wilhelm Franz Canaris assunse il ruolo di comandante dell'Abwehr. L'agenzia che l'elegante ammiraglio stava per prendere in mano era nata quindici anni prima, nel 1918, quando l'esercito della nascente Repubblica di Weimar, insieme alle unità paramilitari delle Freikorps, aveva epurato le proprie file dalle spie comuniste e da qualsiasi agente di sinistra. La sede dell'Abwehr era, dal 1920, al 72-76 di Tirpitz-Ufer, imponente edificio a Tiergarten, quartiere centrale di Berlino: da lì, l'agenzia spionistica aveva combattuto la minaccia interna comunista. Nel 1920, dopo la fusione con la Heeresstatistische Abteilung (Sezione Statistica dell'esercito), l'Abwehr cominciò ad organizzarsi secondo quei metodi che avrebbero funzionato nel periodo hitleriano, e cioè non più controllo della minaccia interna, bensì operazioni estere. Il predecessore di Canaris, Friederich Gempp creò sezioni decentrate, e nel 1928 l'agenzia inglobò tra le sue file anche il servizio segreto della Marina: da lì sarebbe arrivato Canaris. Prima dell'avvento dell'Ammiraglio, però, una decisa espansione dell'Abwehr la si dovette a Konrad Patzig, grande organizzatore, abile nel strutturare una rete di spionaggio e controspionaggio impressionate, soprattutto ad Est. Una spinta ulteriore all'operato dell'Abwehr si ebbe con la nascita della Gestapo (Geheime Staatspolizei, polizia segreta di stato), guidata da Hermann Göring: questo nuovo organismo ebbe compiti pieni poteri di Heydrich in costume da schermitore a polizia interna ed ebbe una funzione di raccordo con l'azione estera dell'Abwehr. Questa proficua collaborazione portò alla scoperta di diversi piani segreti anti-tedeschi in Polonia, ma ben presto - per il già citato motivo del divide et impera - Hitler comandò il trasferimento della direzione della Gestapo a Himmler, che già comandava le SS. Una sconfitta per Göring, naturalmente. La Gestapo, quindi, diventò una sezione dell'SD, e una nuova stagione di rivalità con l'Abwehr profilò all'orizzonte. Non solo: per ordine di Himmler, la SD di Heydrich avrebbe dovuto controllare, ed eventualmente stanare al suo interno, tutti "gli avversari delle idee nazionalsocialiste" nel paese, ad ogni livello, e quindi anche nell'Abwehr. La missione più prestigiosa riuscirà ad Heydrich quando smaschererà lo stesso Canaris, in quei giorni non ancora al vertice dell'agenzia. Ovviamente, Patzig cercò di resistere a questo declassamento dell'Abwehr, e vide un'occasione da non perdere dopo il 30 giugno 1934, la famigerata Notte dei Lunghi Coltelli, quando l'intero vertice e buona parte delle ingombranti SA vennero sterminate dalle SS per ordine del Führer. In quel massacro le SS si fecero prendere la mano e qualche generale dell'esercito finì ucciso: Patzig cercò di coinvolgere Heydrich, facendo cadere su di lui le responsabilità dell'errore, ma evidentemente il capo del SD era a tal punto nella manica del v che il tentativo si rivelò un boomerang: Patzig fu indotto a levare il disturbo e, posto di fronte alla scelta tra le dimissioni o il cadere in disgrazia (in tempi hitleriani, un'espressione da prendere alla lettera!), il direttore dell'Abwehr accettò, riservandosi però di segnalare il nome del suo successore: l'Ammiraglio Canaris.
In quel tempo, la carriera di Canaris sembrava avviarsi verso il tramonto: l'uomo non godeva della fiducia dei suoi superiori, e nemmeno dei suoi sottoposti nella Marina. La pensione anticipata sembrava vicina, ma avvenne l'imprevisto: Hitler non si fidava ancora totalmente delle file dell'Esercito, e quindi esitava ad affidare ad un membro di esso il comando dell'Abwehr. Meglio, molto meglio, un tranquillo ammiraglio pieno di tic e apparentemente innocuo. Canaris, prima della fine della Prima guerra mondiale era un soldato valoroso e un agente segreto eccellente: a lui erano state affidate operazioni delicate per i rifornimenti dei sottomarini tedeschi, i famigerati U-Boot. Attirò l'attenzione dei vertici della Marina quando, dopo essere stato catturato sul confine svizzero-italiano, fuggì dalla cella dopo aver fatto venire un prete, averlo strangolato e averne utilizzato l'abito. Storie romanzate? Chissà, vero è che Canaris scalò, da quel momento, le gerarchie della Marina e, nei giorni convulsi della repubblica di Weimar, terrorizzato dal disordine e dell'anarchia dilaganti, si schierò senza titubanze con la destra. Nel 119 entrò nei Freikorps e fece parte della corte marziale che assolse i killer degli spartachisti Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg. Quando Hitler salì al potere, Canaris si illude di vedervi il restauratore die valori della vecchia Germania, ma ben presto dovette ricredersi. Per molto tempo, comunque, covò i suoi dubbi in assoluto silenzio. Chi pensava di scorgere l'opposizione dietro alle sue espressioni di sgomento di fronte alle considerazioni folli e alle sfuriate disumane del Führer, lo definiva "l'Amleto della Germania conservatrice". Canaris non agiva, ma sembrava disapprovare. Che ci fosse "del marcio in Danimarca", comunque, se ne

Walter Schellemberg con la moglie rese conto quasi subito. Mascherò dietro un'esibita fedeltà nazista i propri convincimenti.

Canaris si dedicò anima e corpo al suo nuovo lavoro: si dice che nel suo ufficio, che abbandonava solo per le missioni, avesse posto una branda da campo, e sulla scrivania tenesse una piccola scultura con le tre celebri scimmie raffiguranti il motto "non vedo, non sento, non parlo". Come prima mèta, Canaris si pose un miglioramento delle relazioni con la Gestapo e la SD. Sicuramente all'avvicinamento tra le due strutture contribuì il fatto che Canaris e Heydrich si conoscevano da tempo: quest'ultimo era stato subordinato dell'Ammiraglio sull'incrociatore-scuola "Berlin". Dunque i compiti furono divisi: l'Abwehr si sarebbe occupata dello spionaggio e controspionaggio militare, la Gestapo e la SD avrebbero agito in campo politico. Il patto tra i due comandanti fu anche quello di impedire la nascita di nuove agenzie di spionaggio, che avrebbero solo peggiorato la situazione. Canaris e Heydrich si frequentarono con assiduità, si trasferirono nello stesso quartiere berlinese, il Grünewald: le due famiglie divennero amiche. Dietro questa facciata, però, strisciava la diffidenza: Heydrich definiva Canaris "un levantino", mentre Canaris riteneva semplicemente il cosiddetto amico "un brutale fanatico" ma anche "il bruto più intelligente della loro banda".


La fortuna arrise a Canaris nel 1935: la Saar tornò ad essere tedesca, Hitler comunicò al mondo la violazione dei patti di Versailles, organizzando un esercito. Se quest'ultimo si espandeva, le competenze dell'Abwehr non potevano che dilatarsi di conseguenza. L'Abwehr si trasformò ben presto in una struttura capace di infiltrare tutti i paesi confinati la Germania, e paesi come gli stati Uniti, il Brasile e alcuni del medio Oriente. Il personale aumentò, dal 1935 al 1937, da 150 a più di 15.000 elementi. Un'importante ruolo venne svolto dall'Abwehr in prossimità dell'invasione della Renania: Hitler voleva sondare il terreno prima di muoversi e Canaris si premurò, in missione personale, di fornirgli rassicurazioni in tal senso. In quei convulsi giorni, Canaris incontrò Hitler decine di volte, guadagnandone in parte la fiducia.

La felice intuizione di Canaris fu quella di creare organizzazioni subordinate, perfettamente collegate fra loro: una sorta di struttura piramidale. La struttura portante restavano le tre sezioni (Abteilungen): la Sezione I denominata "Informazioni segrete" raccoglieva informazioni sulla potenza economica e militare dei paesi esteri, la Sezione II si atteneva a sabotaggi, guerra psicologica e disinformazione, preparando azioni militari in territorio straniero, la Sezione III era il controspionaggio, che comprendeva anche l'infiltrazione nei servizi segreti stranieri. Vi erano altre sezioni di carattere amministrativo, e ogni sezione era suddivisa in sottosezioni specializzate nei diversi rami. Le seziooni decentrate - le Abwehrstellen -controllavano ciascuna una zona geografica precisa. Ogni sottosezione aveva delle squadre ai propri ordini - le Hauskapellem - il cui scopo era smascherare i traditori, nonché reperire nuovi agenti, preferibilmente nelle file dei servizi segreti stranieri. Insomma, il cosiddetto doppio gioco.

Contemporaneamente, anche la SD si ingrandiva: nel giugno 1936 Heydrich diventava il comandante della Polizia criminale, da buon delfino di Himmler, che a sua volta guadagnava posizioni al cospetto del Führer. Il maggiore potere di Heydrich, e l'espansione delle due agenzie, segnò la fine della "pax spionistica". SD e Abwehr cominciarono a pestarsi i piedi. Le sezioni dell'Abwehr, a detta di Heydrich, svolgevano azioni di polizia che spettavano alla Gestapo e all'SD. Un patto, siglato il 21 dicembre 1936, delineò con maggior precisione i ruoli: era il "Trattato dei dieci Comandamenti", e affidava all'Abwehr le operazioni di controspionaggio e alla Gestapo quelli di polizia interna. Alla fine, nulla era cambiato: i vertici si erano semplicemente confrontati, ma le diffidenze e le sovrapposizioni sarebbero continuate. Tutto questo - assolutamente impensabile in un regime come quello stalinista - sembrava trovare la soddisfazione di Hitler. I rapporti tra Canaris e Heydrich si guastarono del tutto in occasione dell'affare Tukhachevsky. Costui, il più giovane maresciallo dell'Armata Rossa, era stato giustiziato insieme ad latri sette generali. Canaris scoprì che queste escuzioni erano nate da un complotto ordito dall'SD: un informatore russo a Parigi aveva comunicato all'SD che Mikahil Tukhachevsky stava progettando un colpo di stato in Russia. Fosse vera o meno la notizia: Heydrich ordinò la preparazione di documenti falsi che provassero inconfutabilmente la consistenza del complotto. La tesi era la seguente: i generali russi stavano accordandosi con i colleghi tedeschi per compiere un golpe "controrivoluzionario". Bastava che i documenti finissero sotto gli occhi di Stalin, e la gerarchia militare sovietica ne sarebbe stata scossa dalle fondamenta. La SD creò ad arte fughe di notizie in ambienti infestati da agenti della famigerata NKVD sovietica, e il gioco fu fatto: pupazzo involontario dell'operazione fu anche il presidente cecoslovacco Eduard Benes che, venuto a conoscenza della cosa, ne informò l'amica Mosca. L'NKVD aveva la bava alla bocca, voleva sapere di più, e per ottenere le informazioni che bramava arrivò a mandare propri agenti a Berlino, dai "colleghi" nazisti per reperire informazioni. Dopo aver versato una bella somma di denaro, ovviamente. L'affare, questo agghiacciante commercio di vite umane, andò in porto: i documenti falsi finirono nelle mani dell'NKVD e il bagno di sangue iniziò. Vennero giustiziati i generali, Tukhachevsky in testa, poi stessa sorte ebbero i giudici che avevano realizzato il processo contro i generali, e poi giù fino a quando, sparato l'ultimo colpo alla nuca, Stalin aveva avuto si era considerato soddisfatto: non meno di 30.000 persone erano state uccise in conseguenza a questa "brillante" operazione dell'SD. Canaris ne risultò sconvolto, soprattutto perché questo era un campo che atteneva all'Abwehr. Quando Heydrich rispose a Canaris che "questi erano gli ordini del Führer", l'Ammiraglio comincò a dubitare del suo diritto a governare la Germania. Canaris considerava infatti Stalin il pericolo numero uno per la Germania e per il mondo, e un suo rafforzamento apparve, per la sua mentalità, letteralmente folle. La storia avrebbe provato, poi, una verità strabiliante: nel famoso processo ai generali, i documenti dell'SD non vennero usati, o comunque vennero usati solo parzialmente. Stalin aveva deciso da tempo di compiere la "messe", e la mossa dell'SD gli servì solo come fortuito, inaspettato aiuto esterno. Alla fine - questa l'amara realtà - non era stata l'SD a giocare l'NKVD, ma il contrario.

Canaris cercava disperatamente di limitare il potere dell'SD che, però, con la nazificazione progressiva della Germania, non poteva che espandere le proprie competenze.

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