domenica 12 giugno 2011

I Giusti di Berlino

Ernst ed Helisabeth Joseph sono due ebrei salvati dalla persecuzione nazista a Berlino grazie al coraggio di alcuni tedeschi subito dopo l’entrata in vigore delle leggi razziali, nel 1933.

Queste storie sono state rese note grazie alla loro figlia che desidera onorare il ricordo dei salvatori.



Helisabeth Joseph, i documenti falsi per una nuova vita

Cresciuta in una famiglia agiata di Berlino, nel 1937, a quattordici anni, Elisabeth Joseph (nata Jacoby) è costretta ad abbandonare gli studi per svolgere un periodo di lavoro forzato presso lo stabilimento Siemens-Halske. Quando la Gestapo sequestra l’appartamento in cui vive con i genitori e il fratello, si rifugia dapprima a casa di conoscenti, poi in abitazioni sventrate dai bombardamenti o negli angoli della stazione ferroviaria Bahnhof-Zoo. Durante uno dei tanti spostamenti in città che compie nel terrore di essere scoperta, Elisabeth incontra Eva Cassirer, una compagna di scuola di poco più grande. Eva invita Elisabeth a casa certa di poter contare sull’aiuto della madre Hannah Sotschek. Le due accolgono la giovane e le procurano dei documenti nuovi. Sotto il falso nome di Liselotte Lehmann e con la vita “normale” di un’aiutante domestica, Elisabeth trascorrerà in casa Sotschek più di due anni.

Ernst Joseph, nascosto con la sua famiglia

Ernst Joseph, classe 1915, possiede con la famiglia una piccola ditta import-export di beni alimentari. L’entrata in vigore delle leggi antiebraiche costringe Ernst a liquidare l’azienda e, come Elisabeth, a prestare lavoro coatto alla Siemens-Halske. Su suggerimento del socio d’affari Oscar Materne, si rivolge a Leni Pissarius nella speranza di trovare un rifugio in cui nascondersi con i genitori Leopold e Bertha. Leni e Paul Pissarius aiuteranno con ogni mezzo e terranno nascosti in casa propria i tre componenti della famiglia Joseph per oltre due anni e mezzo sino alla resa di Berlino il 2 Maggio 1945. I coniugi Pissarius sono stati riconosciuti Giusti tra le Nazioni da Yad Vashem.

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