Filippo Anfuso, siciliano, nato nel 1901 e morto nel 1963, amico del Ministro degli Esteri fascista Galeazzo Ciano e suo primo collaboratore, fu indicato fra i mandanti dell'assassinio dei fratelli Rosselli e durante la Repubblica sociale fu ambasciatore presso la Germania nazista di Hitler.
Nell'espletamento del suo mandato fu condannato a morte in contumacia nel 1945 dall'Alta Corte di Giustizia di Roma per collaborazionismo con i nazisti e per crimini fascisti.
Fu assolto con una discussa e contestatissima sentenza della Corte d'Appello di Perugia nel 1949 per il suo coinvolgimento, in virtù del suo ruolo di primo collaboratore del Ministro degli Esteri fascista Galeazzo Ciano, nell'assassinio dei fratelli Nello e Claudio Rosselli, esuli in Francia. Che combattevano il fascismo. Furono massacrati a Parigi nel 1937 su mandato del Servizio di Informazioni militare.
Mimmo Franzinelli, studioso dell'Italia Fascista, lo descrive come «il sottopancia di Ciano». E racconta che la sua assoluzione a Perugia fece seguito a tante altre assoluzioni «perché molti magistrati di quella procura erano debitori di Piero Pisenti, ministro fascista della Giustizia».
Per Tito Gandini “Anfuso è stato l'ultimo ambasciatore della repubblica di Salò a Berlino, rappresenta l'epoca di più alto connunbio, di maggiore compenetrazione, di simbiosi filosofica tra fascismo e nazismo, in un momento in cui Mussolini aderì all'ideologia dell'olocausto per quelle che definì essere "ragioni politiche". E’ stato parlamentare ed è morto d'infarto proprio in Parlamento; nel 2002 il comune di Catania gli ha dedicato una strada.
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