Isacco Levi è un partigiano ebreo saluzzese, ha 86 anni e vive a Moretta. E' l'unico superstite di tredici famigliari deportati e trucidati nel lager di Auschwitz per la sola colpa di essere ebrei. Aveva vent'anni quando l'8 settembre salì in montagna per unirsi ai partigiani garibaldini. Questa scelta gli evitò la deportazione e la morte nei lager che colpì invece la madre, la giovane sorella, il fratello, zii, zie, nonni e cugini. Tutti periti in modi diversi nel tragico inferno di Auschwitz, mentre Isacco dava il suo contributo alla Resistenza dall'8 settembre 43' al 27 aprile 1945 diventando comandante di distaccamento nella brigata di Mario Morbiducci.
La brigata prese il nome dal giovane tenente Medici che dagli studi di legge a Macerata perderà la vita sui monti della val Varaita dopo essere divenuto comandante della 181a Brigata Garibaldi. Di quella brigata faceva parte anche il partigiano Saetta, fratello di Lattanzi Elena, coniugata Dotta, che abitava a Magliano Alpi. Decine i compagni di battaglia trucidati e torturati dalle brigate nere, dall'eccidio di Valmala alle fucilazioni dei detenuti politici. Tutto questo Isacco lo ha attraversato col pensiero ai suoi detenuti nella gelida Polonia.
La nonna di Isacco venne rinchiusa prima di arrivare ad Auschwitz nella stessa cella torinese di Lidia Beccaria Rolfi che proprio dopo la guerra andò a cercarlo per avere notizie di quell'inferno. Lui le disse che nessuno dei suoi era tornato vivo. Sua madre, racconta sempre con intatta commozione Isacco, venne subito chiusa nelle camere a gas appena arrivata ad Auschwitz poichè donna di 45 anni mentre la sorellina diciassettenne subì dure violenze durante la carcerazione. Tutti vennero dapprima incarcerati nel campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo, quello dove operava Don Viale, e poi trasferiti ad Auschwitz ove Levi è stato diverse volte con il treno della memoria ad accompagnare centinaia di ragazzi.
Isacco per oltre cinquant'anni non parlò mai della sua famiglia sterminata ma dopo la morte della moglie decise di raccontare e da allora è uno dei più apprezzati testimoni della barbarie nazista. Egli è anche impegnato nella battaglia per vedere riconosciutu i suoi diritti, infatti, la Claims Conference di Berlino gli ha negato il risarcimento per la perdita della sua famiglia solo perchè è stato un partigiano italiano.
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