sabato 13 agosto 2011

Ognuno muore solo di Hans Fallada


Finita la guerra, rimasto nella Berlino liberata dai sovietici, Fallada viene incaricato di trarre una storia da un dossier della Gestapo su due sconosciuti resistenti al nazismo, Otto ed Elise Hampel, giustiziati nel 1942 per avere diffuso materiale anti-nazista. Lo scrittore si farà appassionare da questa storia che scriverà in 24 giorni.


Ognuno muore solo di Hans Fallada pubblicato nel 1948 è un libro che entra nella quotidianità della Berlino dell'est nazista degli anni 40-42, della gente comune che combatte una battaglia solitaria o che si schiera col più forte per paura o per opportunismo. Un mondo dove si ha paura uno dell’altro, perché la delazione è di casa: “tutti hanno qualcosa da nascondere, basta tirarlo fuori” è il credo della Gestapo. E’ la storia di un vecchio operaio e sua moglie. Quando in guerra muore il loro figlio i coniugi comprendono che devono fare qualcosa, qualsiasi cosa contro il regime. Decidono quindi di redigere cartoline contro Hitler che deporranno sulle scale di diverse case di Berlino.
E’ straordinaria la tenacia, la consapevolezza con cui porteranno avanti la loro piccola lotta diventato o scopo della loro vita, perché all’ingiustizia non ci si arrende mai.
E' proprio vero: a far nascere una dittatura basta che le persone normali lascino fare. La reazione di questa umile coppia, in questo contesto, assume un significato enorme. Ne depositeranno 285 in due anni, ma solo 18 non saranno consegnate alla polizia e la loro silenziosa opposizione finirà con la morte per mano della Gestapo. Il libro si ispira alla storia vera dei coniugi Otto ed Elise Hampel, che furono catturati, processati e decapitati dal regime nazista nel 1943.Quando Anna obbietta che lasciare in giro cartoline di contestazione non è poi gran cosa, Otto le risponde con la verità:  “Grande o piccola che sia, Anna, se lo vengono a sapere ci costerà la vita”.

"Poi prese la penna in mano e disse piano, ma con energia: “La prima frase della nostra prima cartolina sarà: ‘Madre! Il Fuhrer mi ha assassinato mio figlio!”. [...] In un lampo capì che con quella prima frase egli dichiarava la guerra per oggi e per sempre, e sentì anche oscuramente che cosa volesse significare: guerra fra loro due da una parte, poveri, piccoli insignificanti operai che per una parola potevano essere annientati per sempre, e dall’altra parte il Fuhrer, il partito, quell’immenso apparato con tutta la sua potenza e tutto il suo splendore, e dietro di esso tre quarti, no quattro quinti del popolo tedesco”.


Vengono scoperti e la Gestapo si mobilita: si segnano sulla carta di Berlino con bandierine le zone in cui non si sono ancora trovate le cartoline perché in una di quelle il signore delle cartoline deve abitare.
E’ chiaro che la storia non può avere un lieto fine: verranno scoperti, ma l’operaio apprenderà con soddisfazione che delle trecento cartoline diciotto non furono consegnate alla polizia. Un modesto contributo alla lotta contro il nazismo, ma pur sempre un contributo. E in certi momenti forse è questa la sola possibilità di resistenza. Continuare a combattere anche se soli. Perchè ci sia davvero cambiamento gli uomini devono crescere come individui, acquisire coscienza non solo dei propri diritti, ma soprattutto dei diritti dei più debolie e deve partecipare
Senza questa volontà di partecipazione, di resistenza, di rivolta contro la sopraffazione, senza la nostra attenzione vigile e operativa non c’è vera democrazia.

Primo Levi definì questo libro "uno dei più bei libri sulla resistenza tedesca contro il nazismo".

L'Inghilterra e gli Stati Uniti scoprono Hans Fallada dopo più di sessanta anni.

Come diceva Hannah Arendt:
“In condizioni di terrore, la maggior parte delle persone tenderà a conformarsi, ma altre no… Umanamente parlando, nient’altro è necessario, e nient’altro può essere chiesto perché questo pianeta rimanga un posto adatto per l’esistenza dell’uomo”.

Fallada ha creato un simbolo immortale di tutte quelle persone che lottano contro il male e in questo modo ci ha redenti.

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