domenica 7 agosto 2011

Assisi, la città che salvò 300 ebrei dall'olocausto

Un museo della memoria per non dimenticare quello che Assisi fece per salvare gli ebrei negli anni tra il 1943 e il '44. E' l'iniziativa che sta portando avanti l'Opera Casa Papa Giovanni diretta dal vescovo emerito monsignor Sergio Goretti in collaborazione con il Comune di Assisi, la Regione dell'Umbria e la Provincia di Perugia, il patrocinio dell'Isuc, dell'Associazione Italia-Israele (sezione di Perugia) e del Franciscan Pilgrimage Programs.

La mostra, ideata e curata da Marina Rosati, con ricerche e testi di Annabella Donà e la consulenza storica di Francesco Santucci, sarà allestita nei locali della Pinacoteca comunale di Assisi.

Il Museo della Memoria raccoglie scritti, documenti inediti, foto e testi relativi a quel periodo storico e soprattutto ai personaggi che si prodigarono in prima persona per salvare circa 300 ebrei.

La mostra parlerà di Don Aldo Brunacci, già fondatore dell'Opera Casa Giovanni che negli anni ha mantenuto viva la memoria, dell'allora vescovo monsignor Giuseppe Placido Nicolini che tirò le fila dell'organizzazione clandestina che, spontaneamente, si era venuta a creare, di padre Rufino Niccacci, padre guardiano del convento di San Damiano, del podestà di Assisi Arnaldo Fortini, del colonnello tedesco Müller, degli ordini religiosi, del frate minore conventuale padre Michele Todde e tutti gli altri che si prodigarono per salvare la vita a tante persone, destinate altrimenti alla deportazione.

Uno spazio sarà ovviamente dedicato anche a Luigi e Trento Brizi (nella foto a lato il sig. Luigi, ndr), i tipografici assisani che stamparono i documenti falsi per gli ebrei ed insieme ad immagini e riconoscimenti sarà esposta anche l'antica macchina tipografica con cassettiere, taglierina e timbri. Questa unione corale di intenti e di sforzi fece di Assisi un punto di riferimento importante, dimostrando quella fraternità francescana che le è propria.

"Questa iniziativa - spiega monsignor Sergio Goretti - vuole sì ricordare il passato, ma soprattutto essere un segno per il presente e per il futuro, per i giovani che, conoscendo così la storia, possono comprendere che da una situazione di disperazione e disgrazia possono venire esempi di bene e fraterna accoglienza".

La mostra, tutta in doppia lingua (italiano-inglese) si sviluppa su quattro stanze e, oltre agli scritti, prevede anche una parte video con le interviste ad alcuni dei protagonisti, raccolte prima della loro scomparsa, che raccontano direttamente cosa fecero per salvare gli ebrei, oltre a degli approfondimenti sul periodo storico.

"Grazie all'Opera Casa Papa Giovanni - spiega la curatrice Marina Rosati - e con la collaborazione delle varie istituzioni coinvolte a cominciare dal Comune e dal Consorzio AssisiSì che ha messo a disposizione i locali, questa importante pagina di Assisi potrà essere conosciuta da tutti ed avere il suo giusto risalto. In Italia e nel mondo sono tante le persone che si sono adoperate per salvare gli ebrei - aggiunge Rosati - ma in questo caso parliamo di tanti assisani, religiosi e laici che misero a repentaglio la loro vita per gli altri.

E' di particolare soddisfazione poi che la famosa macchina tipografica dei Brizi, sfrattata di recente dall'antico locale dove operò e destinata a restare in un magazzino, possa far parte integrante della mostra insieme ad altri oggetti dell'antica stamperia. L'auspicio - conclude Rosati - è che intanto gli assisani, ma poi gli studenti ed anche i visitatori possano apprezzare questa esposizione, unica nel suo genere sul territorio regionale e con tutte le caratteristiche per diventare un museo di più ampio respiro".

"La città di Assisi - dichiarano il sindaco Claudio Ricci e l'assessore Leonardo Paoletti -, splendido esempio di amore civile, con questa grande iniziativa storico-culturale onora il Gonfalone su cui è appuntata la medaglia d'oro al merito civile, conferita per i gesti di altruismo compiuti da tutti i cittadini e religiosi nei bui anni di guerra".

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