domenica 23 ottobre 2011

Celeste Di Porto, la ragazza ebrea, detta "la pantera nera", che collaborò con le SS per scovare gli ebrei

Ragazza ebrea detta "La pantera nera" di appena 18 anni che nel 1944 era rientrata a Roma, dopo essere sfuggita alla razzia nazista nel ghetto ebraico. Non appena rientrata, insieme a sua cugina Enrica di Porto detta "l'incipriata", cominciò a collaborare con le SS di Via Tasso al fine di scovare gli ebrei e di denunciarli. La sua infame attività di spia ebrea contro i suoi stessi correligionari (che ovviamente durante l'occupazione nazista stavano nascosti) le faceva ottenere 5.000 Lire ogni ebreo catturato. Pare che denunciasse le vittime ebree "salutandole per strada" favorendo così la loro cattura ai nazisti senza essere scoperta. Con la sua attività di prostituta spesso riconosceva gli ebrei perché circoncisi e subito provvedeva alla loro denuncia. Ebbe una parte rilevante nell'ambito della strage delle Fosse Ardeatine in cui in seguito all'attacco gappista di Via Rasella costato la vita di 33 militari al servizio della polizia germanica, Hitler dette l'ordine della rappresaglia (10 persone per ogni militare ucciso, quindi 330 che poi divennero 335 per un tragico errore di conteggio). In quell'occasione fu incaricata dalla Gestapo a recuperare un numero significativo di ebrei che andasse ad integrare quello delle persone che erano già prigioniere dei tedeschi per destinarli alla rappresaglia. Procurò 26 ebrei tra i 15 e i 74 anni. Per l'occasione Kappler le aveva promesso un compenso decuplicato: 50.000 Lire. Tra le vittime della sua attività delatrice ci furono anche 2 suoi parenti (il cugino ed il cognato) ed anche l'ex pugile ebreo-romano Lazzaro Anticoli detto "Bucefalo". Dopo la Liberazione di Roma, Celeste di Porto venne arrestata e portata a Regina Coeli da cui riuscì a sfuggire raggiungendo Napoli in autostop e dove continuò la sua attività di prostituta. Venne poi individuata da suoi clienti ebrei (che non erano andati lì per caso). Fu arrestata e condannata a 12 anni di reclusione, diventati poi 7 in seguito alla sua decisione di convertirsi al cattolicesimo e ritirarsi in convento (da cui fu espulsa dopo solo 1 anno). E' morta nel 1981.

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