Ida aveva 82 anni. Originaria di Trieste, fu deportata a 14 anni a Birkenau, uno dei tre campi nazisti di sterminio che formavano Auschwitz. Sopravvissuta all'orrore, spese la sua vita a testimoniare l'Olocausto.
"Ad Auschwitz, diceva spesso, la cioccolata era un suo sogno ricorrente. Tanto forte che, riuscita a sopravvivere, nella vita ha poi avuto una cioccolateria''. Marcello Pezzetti, direttore del Museo della Shoah di Roma, ricorre ad uno dei ricordi di Ida Marcheria parlando con l'agenzia di stampa Ansa, per raccontare la signora di 82 anni morta oggi a Roma, una delle ultime sopravvissute alle deportazioni degli ebrei italiani.
DEPORTATA A 14 ANNI. Ida era nata a Trieste il 13 agosto del 1929 da una famiglia ebraica. A soli 14 anni, nel 1943 Ida Marcheria e la sua famiglia furono nel 1943 i primi ebrei in città catturati dai tedeschi, su segnalazione delle autorità italiane. Mamma e nonna furono uccise con il gas subito dopo l'arrivo ad Auschwitz Birkenau, mentre Ida, tre fratelli e il padre furono rinchiusi nel campo di sterminio. Il padre e uno dei figli maschi morirono, mentre le tre sorelle ce la fecero.
TESTIMONE DELLA STORIA. Fino al 1994 Marcheria non ha mai voluto parlare del suo passato, era convinta che ''il mondo non volesse prestare attenzione a quello che era successo, che nessuno volesse ascoltare''. '''Che parlo a fare..', mi rispose quando la prima volta - dice ancora Pezzetti all'Ansa - le chiesi di raccontare. Acconsentì solo perché le domandai del 'Canada', il grande reparto-magazzino dove venivano raccolti tutti gli indumenti, le borse, le scarpe, gli effetti personali e gli averi degli ebrei arrivati ad Auschwitz. Lei lavorava lì e vedeva benissimo quanta gente i nazisti stessero sterminando''. Ida, ricorda Pezzetti, fu anche una delle pochissime testimoni della rivolta dei Sonderkommando, gli ebrei destinati a svuotare le camere a gas e a trasportare i cadaveri nei forni. Ebrei che dopo un po' venivano uccisi in modo che nessuno sapesse. Per questo era tanto amica di Shlomo Venezia, uno di pochissimi Sonderkommando ad essere riuscito a restare in vita. Ha subito anche la terribile Marcia della morte che i tedeschi imposero ai deportati davanti l'avanzata sovietica''.
IL RITORNO. ''Quando ritornò dai campi, non volle più restare a Trieste: si sentiva tradita - racconta ancora Pezzetti - dalla sua gente, dalla sua città. Erano stati gli italiani a indicare ai tedeschi la sua famiglia. Non ha mai fatto compromessi: sul ricordo era durissima. Non perdonava e ricordava tutto. Quando cominciò a parlare, allora non si fermò più. Ho voluto chiudere 'Memoria' proprio con Ida che dice: 'Mi hanno tolto perfino i sogni'; non ha sopportato il peso di quel ritorno. Era ancora li' con quelli che non ce l'avevano fatta''. Ida Marcheria sarà seppellita domani alle 11 al Cimitero ebraico del Verano: alle 10 la bara sarà trasportata per un ultimo saluto al Ghetto.
mia cara portavo tanti bambini da te a prendere il gelato quando uscivano da scuola nel pomeriggio..eri la cugina della cognata di mia suocera. gianna fano..eri bellissoma...
RispondiElimina