Tributo a Erich Maria Remarque a quarant’anni dalla scomparsa. E a Paulette Goddard, che condivise con lui l’esistenza a partire dal 1958. Lo scrittore trascorse un lungo periodo della sua vita in Svizzera, esasperato dalla censura nazista che ostacolò il successo del suo più noto romanzo Niente di nuovo sul fronte occidentale.
La sobrietà del luogo, un muro d’angolo, un piccolo campo tenuto a fiori piantati in file perfettamente equidistanti fra loro. Sembra il quadro di un’invidiabile quiete domestica nella quale crogiolarsi nei pomeriggi estivi; una quiete che si espande in ambienti esterni ed appartati, un hortus conclusus dove gli anziani coltivano fiori e ricordi. Se non fosse per le due lapidi incastonate nella pietra irregolare del muro, si potrebbe pensare ad un luogo ameno. Ma è un cimitero, e per quanto si faccia appello al senso del decoro suggerito dall’ordine geometrico degli spazi, è difficile desacralizzare il luogo: un cimitero incute sempre un giusto e sacro rispetto. A Ronco gli abitanti ne sono fieri. Dietro quelle due lapidi riposano i resti di Erich Maria Remarque e della seconda moglie Paulette Goddard. A quarant’anni dalla morte di lui e a venti dalla morte di lei, una riflessione su quanto sopravvive del celebre scrittore e della bella attrice che gli fu compagna dal 1958, è quanto mai doverosa. Se non altro per connotare una sensibilità di cui si sente fortemente il bisogno in questa strana epoca dove le cose passano senza lasciare segni duraturi. Ma non disperiamo. Per fortuna non è ancora passato l’interesse per il romanzo che decretò il successo letterario di Erich Maria Remarque. Dal 1929, l’anno dell’apparizione del libro in lingua originale di Niente di nuovo sul fronte occidentale, tre generazioni di giovani hanno dovuto fare i conti per esigenze morali e di studio con i nobili temi di quel romanzo, disprezzato e vietato dal nazismo perché esempio di disfattismo e di valori poco edificanti, per quanti erano cresciuti sotto l’ala hitleriana. La storia di Paul Bäumer, protagonista del romanzo, è infatti quella di un giovane e appassionato nazionalista che si arruola insieme ai compagni di scuola nell’Esercito tedesco, con l’intenzione di servire la Patria coinvolta nel primo conflitto mondiale. Via via che la storia evolve, Paul matura le proprie convinzioni sull’inutilità della guerra, diventando consapevole dell’indottrinamento propagandistico subito nelle aule di scuola. Il finale tragico rende giustizia alle sue traversie: muore colpito dal fuoco nemico, ma senza soffrire. Un premio largito dallo scrittore al suo protagonista, plagiato da una logica di guerra che ha imparato a ripudiare proprio nelle trincee.
L’accanimento del nazismo nei confronti dello scrittore tedesco fu causa degli esodi in Svizzera, dove si trasferì nel 1931. Otto anni li trascorse negli Stati Uniti, dal 1939 al 1947, per poi ritornare sul suolo elvetico nel 1948. Qui dieci anni più tardi si unì in seconde nozze a Paulette Goddard, già moglie di Charlie Chaplin e interprete femminile di autentici capolavori del Cinema internazionale, come Il grande Dittatore e Tempi moderni. La vicinanza delle due pietre tombali, poste in un muro d’angolo del cimitero di Ronco, evoca la potenza degli affetti dell’età matura, di quelli che si consolidano quando si prende coscienza, come nel caso di Paul Bäumer, di quanto l’esistenza ci investa di fatti destinati a cambiarci.
Anche il vero nome di battesimo dello scrittore era Paul. Registrato alla nascita come Erik Paul Remark, dopo la guerra variò il suo nome e cognome in Erich Maria Remarque, ritornando all’originaria soluzione anagrafica con cui il nonno paterno era solito firmarsi, e introducendo Maria per omaggiare la madre. Ed anche il diciannovenne Erik Paul Remark di Osnabrück (poi Erich Maria Remarque), era stato al fronte come volontario, così come il personaggio del suo romanzo. Quella variante rappresentava pertanto uno spartiacque preciso fra il prima e il dopo, fra l’idea di una guerra “necessaria” per la sopravvivenza della Patria e la disumana realtà che privava le madri dei loro figli, appena usciti dall’adolescenza.
Trova allora una valida ragione etica anche quell’unione dello scrittore con Paulette Goddard, interprete a sua volta del celebre film di Charlie Chaplin che condanna l’ottuso militarismo del periodo nazista. Ne Il grande dittatore a Paulette era stato assegnato il ruolo di Hanna, la ragazza sentimentalmente legata al barbiere ebreo impersonato dallo stesso Charlie Chaplin. Quando nel 1940 Chaplin realizzava le riprese del film, nella vita Paulette era sua moglie da quattro anni, la terza dopo le precedenti unioni con Lita Gray e Mildred Harris. Ma proprio durante la lavorazione del film il rapporto fra i due, nonostante la tenerezza della finzione scenica che li voleva insieme, si deteriorò per concludersi due anni più tardi con il divorzio. I dodici anni che Paulette Goddard trascorse insieme a Erich Maria Remarque, furono contrassegnati da intese e sentimenti all’interno della suggestiva cornice di Ronco. Donna premurosa e attenta, in una sola occasione lasciò l’ambiente familiare, quando nel 1964 si trasferì momentaneamente in Italia per le riprese del film Gli indifferenti di Francesco Maselli. Per il resto passò il suo tempo a Ronco accanto al marito, che il 25 settembre 1970, settantaduenne, si spense nella clinica Sant’Agnese di Locarno.
Romanzo "Im Westen nichts Neues"
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