sabato 2 aprile 2011

Quella mattina d'autunno

Ecco come appariva la scuola di Gorla prima dell'incursione del 20 ottobre 1944.



A Gorla (Milano) la scuola elementare Francesco Crispi accoglieva tutti i bambini del quartiere, figli di operai, di artigiani, di impiegati; molti di questi alunni erano stati fatti rientrare dallo sfollamento perchè i genitori erano convinti che ormai "la guerra era finita"; dato l'alto numero di piccoli che frequentavano la scuola si era resa necessaria l'istituzione del doppio turno.

Quella mattina i 200 bambini presenti erano i figli di chi poteva condurre una vita con qualche problema in meno (almeno dal lato economico) rispetto a chi, abitante nelle case della Fondazione Crespi Morbio, era considerato più bisognoso e prima di seguire le lezioni del turno pomeridiano usufruiva della refezione scolastica a carico del Comune. Pochi altri erano assenti per motivi di salute o perchè, vista la bella giornata di sole, avevano deciso di marinare la scuola...

Alle 11,14, quando suonò il piccolo allarme, le maestre cominciarono a preparare gli alunni per scendere nel rifugio, altre cercarono prima di informarsi in direzione se si trattasse del grande allarme e magari, il piccolo non l'avevano sentito. Quando alle 11,24 suonò veramente il grande, la testa del corteo formato dai bambini era già arrivata nel rifugio, altri si trovavano ancora sulle scale; in quegli attimi i bombardieri erano ormai visibili a tutti: nel cielo azzurro tanti piccoli punti argentei dai quali si staccavano altri punti ancora più piccoli.

Le bombe avevano iniziato a cadere sul quartiere. A questo punti alcuni bambini scapparono da scuola cercando di raggiungere la propria casa, con il rischio di essere colpiti per strada (come in alcuni casi avvenne). Trovandosi al piano terreno, la quinta del maestro Modena non dovette percorrere le scale, fu quindi l'unica classe che ebbe la possibilità di salvarsi al completo.

Per tutti gli altri il destino fu più tragico: una delle 170 bombe lanciate su Gorla si infilò nella tromba delle scale ed esplodendo causò il crollo dell'ala dello stabile e delle scale stesse sulla soletta in muratura che sovrastava il rifugio, trascinando con sè tutti i bambini ed i loro insegnanti nel cumulo di macerie. Anche numerosi genitori che al suono del piccolo allarme erano corsi a scuola per riprendere i propri figli, morirono nel crollo.



Presso il comando generale della 15a Air Force, dal febbraio 1944 era presente un rapporto della R.A.F. britannica dove si informava che gli stabilimenti milanesi operanti nel settore meccanico-siderurgico erano in piena attività, probabilmente al servizio dell'industria bellica; questo portò alla decisione di effettuare sopra la città di Milano una pesante incursione che distruggesse tutti gli impianti produttivi. La data decisa era quella venerdi 20 ottobre 1944.

Da ricerche effettuate sui foto-rilevamenti dell'epoca è singolare il fatto che dalla scelta degli obiettivi da colpire quel giorno vennero escluse grandi fabbriche come le Acciaierie e Ferriere lombarde Falck e la Caproni (produttrice di aerei) dove erano presenti davvero produzioni belliche, mentre la Breda, l'Alfa Romeo e la Isotta Fraschini oggetto della missione avevano decentrato tutta la loro produzione in stabilimenti ombra nella provincia o addirittura in Germania, dove furono costretti a trasferirsi molti operai della Breda; probabilmente gli informatori degli americani non erano molto "informati".


Questa è la foto scattata dall'aereo che sganciò le bombe su Gorla; spiega meglio di tante parole cosa avvenne quella mattina.

Sulla sinistra è visibile l'Initial Point, e cioè il punto da dove partono le rotte per raggiungere i diversi bersagli.

Sul lato destro la sottile linea quasi verticale è il viale Monza sul quale, in basso, è visibile il quartiere di Gorla.

La linea verde al centro mostra la rotta corretta (118°) seguita dalla prima ondata di bombardieri appartenenti al 451° group che centrò i capannoni situati ad ovest del viale Monza (1st attack unit).

In giallo è indicata la rotta di 096° che era quella tracciata per consentire alla seconda ondata di aerei di portarsi sopra il bersaglio loro assegnato, gli altri capannoni che vennero però completamente mancati (2nd attack unit).



Quella rossa e la linea che evidenzia la rotta di 140°, erroneamente seguita dal secondo gruppo; il comandante, resosi conto troppo tardi di essere finito fuori obiettivo, decise di lanciare lo stesso il suo carico sul centro abitato. La giornata era limpida, senza la nebbia o lo smog che sono presenti ai nostri giorni, non c'era alcuna possibilità di confondere le fabbriche con le abitazioni.

Il risultato di tale errore è chiaramente visibile in basso a destra: i puntini bianchi rappresentano le bombe cadute sulle abitazioni e sulla scuola di Gorla.

L'intestazione della foto indica:

Il bersaglio: MILAN BREDA WORKS
Il numero della missione: 138
La data: 20 ottobre 1944
L'ora: 11,24 a.m.
Il numero di bombe sganciate: 342 in totale dalle due ondate di bombardieri

...La città di Milano li ricorda così...


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