“Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto” (E. Wiesel, La notte).
La storia raccontata ha inizio nel 1938, quando il governo fascista emanò leggi che colpirono i diritti di cittadinanza degli ebrei in Italia, e si concluse nell’aprile 1944, con la deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz di buona parte della comunità ebraica di Parma. Le vicende riguardano in particolare un gruppo di bambini, protagonisti, loro malgrado, di quella tragica vicenda..
Donato e Cesare della Pergola (rispettivamente nati nel 1932 nel 1934), figli del rabbino Enrico e di Emilia Camerini, il 12 dicembre 1943 furono catturati in località Reno di Tizzano Val Parma e condotti con la madre, le zie e la nonna nel campo di concentramento di Monticelli Terme, dove rimasero tre mesi, prima di essere trasportati a Fossoli. Liliana (classe 1934) e Luciano Fano (classe 1932) erano nati a Pellegrino Parmense dove i loro genitori, Ermanno e Giorgina Padova, si erano trasferiti nel 1931. L’intera famiglia, compresi il piccolo Roberto nato nel 1942 e i due nonni, fu prelevata il 7 dicembre 1943 dalla casa di Via Imbriani. I due nonni –gli unici a non essere deportati- furono rinchiusi nel carcere di San Francesco, il padre a Scipione e la madre coi figli nel campo di Monticelli Terme. Roberto Bachi (classe 1930) e il padre, rifugiati a Torrechiara (Langhirano), furono arrestati il 16 ottobre 1943 da una pattuglia di SS e trasferiti prima a Salsomaggiore Terme poi nel carcere di San Vittore a Milano. Nessuno di loro tornò da Auschwitz.
Oggi di loro rimangono le lapidi al cimitero della Villetta, nel parco intitolato ai fratelli Fano e Della Pergola. Rimangono i documenti che hanno permesso la ricostruzione del loro arresto e della loro deportazione..
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