domenica 17 aprile 2011

LE ALTRE VITTIME

Persone miti, uomini di scienza, perseguitati, condannati, incarcerati, aggrediti o costretti all’esilio in nome di un’ideologia cieca e feroce.

Perché simili orrori non si ripetano mai più. Per non dimenticare.

Robert Faurisson Storico francese, ex insegnante di letteratura presso l’Università di Lione, è il più noto e il più combattivo degli studiosi revisionisti. Nel 1960 era rimasto scandalizzato da un articolo pubblicato su Die Zeit da Martin Broszat in cui si affermava che le camere a gas naziste nel territorio dell'Antico Reich non erano che un’invenzione propagandistica. Documentatosi allo scopo di dimostrare che Broszat si sbagliava, finì per scoprire che aveva invece tutte le ragioni del mondo. Nel 1974, dopo aver studiato e riflettuto a lungo, si decise a rendere noto ciò che aveva scoperto. Da qui ebbero inizio la sua “carriera” di revisionista e le persecuzioni nei suoi confronti, che proseguono tuttora. E’ stato aggredito almeno 10 volte da ebrei o da fanatici sostenitori dell’olocausto, riportando in un caso la frattura della mascella. In alcune occasioni ha rischiato di essere assassinato. Gli è stata tolta la cattedra universitaria ed è stato privato della pensione. La persecuzione è stata anche processuale e il numero di processi che Faurisson ha dovuto subìre in Francia è ormai incommensurabile. Fu il primo a pubblicare i disegni tecnici degli obitori di Auschwitz e a studiare il funzionamento delle presunte “camere a gas”, cosa che i sostenitori del dogma olocaustico non si erano mai curati di fare. Fu consigliere e consulente di Ernst Zundel durante il suo processo in Canada, dove riuscì a sbugiardare per la prima volta in un pubblico dibattimento il padre della tesi “sterminazionista”, Raul Hilberg, evidenziando le sciocchezze contenute nel suo celebre libro “La distruzione degli ebrei d’Europa”. Nel maggio del 2007, invitato ad un pubblico dibattito presso l’Università di Teramo dal professor Claudio Moffa, è stato aggredito da un gruppo di fanatici definitisi “figli di deportati ebrei” che gli hanno impedito di parlare.


Norman Finkelstein – Americano, studioso di dinamiche politiche, figlio di ebrei deportati in campo di concentramento durante il nazismo, ha scritto numerosi saggi e articoli sul conflitto israelo-palestinese, evidenziando le violenze e le menzogne propagandistiche israeliane. Nel suo libro L’industria dell’Olocausto ha evidenziato – basandosi anche sui ricordi e sui racconti dei suoi genitori – l’uso spregiudicato e distorto che il sionismo ha fatto della sofferenza ebraica e del mito dell’olocausto allo scopo di giustificare la politica israeliana e di ottenere risarcimenti enormi dal popolo tedesco, risarcimenti che continuano ancora oggi ad essere versati. Contro i suoi libri e le sue ricerche, il sionismo scatenò una campagna aggressiva e diffamatoria, servendosi del “mastino” dell’ebraismo integralista, Alan Dershowitz. Dopo una lunga battaglia, Dershowitz riuscì ad ottenere che a Finkelstein fosse tolta la cattedra alla DePaul University di Chicago. La decisione di negare a Finkelstein l’insegnamento universitario fu presa dal preside della DePaul, Dennis Holtschneider, nonostante l’opposizione del Dipartimento di Scienze Politiche e della maggioranza degli studenti. Pochi giorni fa, Finkelstein ha tenuto una serie di conferenze in Libano, incontrandosi, per l’occasione, con alcuni leader di Hezbollah. Nelle sue conferenze Finkelstein ha affermato che Hezbollah rappresenta una “speranza” per il paese.


Roger Garaudy – Scrittore, filosofo e attivista politico, nato a Marsiglia nel 1913, nel 1941 fu membro della lotta di liberazione contro il nazifascismo. Nel 1995 pubblicò il libro "The Founding Myths of Modern Israel" (I miti fondanti del moderno Stato di Israele), ripubblicato nel 1996 con il titolo "Samiszdat Roger Garaudy". Per quest’opera fu accusato di aver contestato l’esistenza dei crimini nazisti contro l’umanità, dando luogo ad una campagna di diffamazione e di incitamento all’odio razziale. Subì cinque procedimenti penali, avviati sulla base della legge 29 luglio 1981 sulla libertà di stampa, che si conclusero con sentenza del 16 dicembre 1998 con la condanna a 6 mesi ci carcere e a numerose ammende. Le condanne vennero confermate dalla Cassazione parigina il 12 settembre 2000. Garaudy fece ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo con sede a Strasburgo, adducendo la violazione dell’articolo 10 della Convenzione europea, che recita nel suo primo articolo: "Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione, senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche". La Corte ha replicato che la libertà di espressione “non può essere ritenuta assoluta e illimitata” (!). Basta capire dove deve fermarsi.


Jurgen Graf - Storico e filologo svizzero di Basilea, lavorò a lungo come insegnante di latino e francese. Nel 1991 venne a conoscenza del revisionismo storico olocaustico: l'interesse fu tanto che fece della persecuzione antiebraica degli anni '40 il suo campo di studi privilegiato, pubblicando numerose opere scientifiche negli anni seguenti (alcune in collaborazione con Carlo Mattogno). Nel marzo 1993 (dopo l'apparizione del suo Der Holocaust auf dem Prüfstand, “L’olocausto messo alla prova”) fu licenziato dal lavoro e nel 1998 incriminato insieme al suo editore, Gehrard Förster, per reato d'espressione. Nel luglio di quell'anno la corte lo condannò a 15 mesi di prigione più una cospicua multa. Per sfuggire all'arresto e poter proseguire nelle sue ricerche, nell'agosto 2000 Graf scelse l'esilio, dapprima in Iran, poi in Bielorussia ed ora a Mosca, dove ha conosciuto e sposato sua moglie (una storica bielorussa) e lavora come traduttore. Le sue opere sono state pubblicate, oltre che in tedesco, anche in francese, spagnolo, olandese, bulgaro, italiano, russo e arabo. Nel dicembre 1994 il Ministero degli Interni francese (retto allora da Charles Pasqua) mise al bando la sua opera L’Olocausto allo scanner, la cui edizione russa (riveduta ed ampliata) ha raggiunto però le 200.000 copie vendute.


Gerd Honsik – Studioso austriaco, “colpevole” di aver negato l’olocausto e le camere a gas, nel 1992 era stato condannato a 18 mesi di carcere dalle autorità austriache, che punivano i suoi studi come reato. Fu costretto a fuggire in Spagna per evitare l’arresto. Qui continuò a diffondere su internet le proprie ricerche, ma nell’ottobre 2007 è stato arrestato dalle autorità spagnole ed estradato in Austria a causa del Mandato d’Arresto Europeo, che ha affossato il principio della doppia punibilità. Dovrà scontare una pena aggiuntiva a quella originaria a causa dell’attività “negazionista” svolta durante il suo soggiorno in Spagna.



David Irving – Denunciato dalla studiosa americana Deborah Lipstadt per le sue opinioni sull’olocausto, nel 1998 fu giudicato da un tribunale inglese “attivo negazionista dell’olocausto; antisemita e razzista, associato ad estremisti di destra per promuovere il neonazismo”. Il tribunale affermò anche che Irving aveva “distorto e manipolato l’evidenza storica in modo persistente e deliberato per proprie motivazioni ideologiche”. Non fu mai esplicitamente incarcerato per l’accusa di negazione dell’olocausto. Tuttavia fu arrestato in Austria nel febbraio 2006 con l’accusa di apologia e sostegno del partito di estrema destra NSDAP, scontando 10 mesi di carcere.




Fred A. Leuchter – Americano, ingegnere elettronico specializzato nella progettazione di macchine per l’esecuzione capitale nei penitenziari statunitensi, venne contattato da Ernst Zundel (in occasione del suo processo in Canada) per dimostrare che le camere a gas non sono mai esistite. Leuchter raccolse campioni delle pareti dalle presunte camere a gas di Auschwitz e li fece analizzare, dimostrando che essi non mostravano tracce del gas “Zyklon B” che i nazisti, secondo la leggenda, avrebbero utilizzato per gasare gli ebrei. Perseguitato per le sue scoperte, perse il lavoro, finì sul lastrico e vide fallire il suo matrimonio. La sua storia è stata narrata nel film-documentario di Errol Morris Mr. Death – The Rise and Fall of Fred A. Leuchter.


Paul Rassinier – Comunista francese, figlio di una famiglia di comunisti, entrò nella resistenza d’oltralpe dopo l’invasione nazista della Francia. Arrestato dalla Gestapo nell'ottobre del '43, fu torturato per undici giorni (mani schiacciate, mascella fratturata, un rene a pezzi) . Sua moglie e suo figlio di due anni furono anch'essi arrestati e restarono in carcere per due mesi. Fu deportato a Buchenwald, poi a Dora (diciannove mesi); invalido nella misura del 95 per 100 (misura accresciuta del 10% in sede di revisione) a seguito delle sofferenze subite come deportato, sopravvisse solo grazie ad una disciplina draconiana e alle cure prodigategli dai familiari. Membro del partito socialista francese (SFIO) fin dal 1934, verrà espulso dopo la pubblicazione del suo libro “La menzogna di Ulisse”, nel quale, basandosi sulle esperienze vissute in campo di concentramento, contraddiceva la storia ufficiale delle deportazioni ebraiche, evidenziando il ruolo svolto dai deportati con ruoli amministrativi nella tortura e persecuzione dei loro compagni di prigionia. Nel 1964 pubblica Le Drame des Juifs européens, in cui esprime dubbi sulla realtà dello sterminio pianificato e attuato attraverso le camere a gas, cosa che varrà a intensificare la campagna diffamatoria nei suoi confronti, continuata fino alla morte (1967). Le sue ricerche sono state proseguite e ampliate da Robert Faurisson.


Vincent Reynouard - 38 anni, insegnante di matematica, nel novembre 2007 è stato condannato a un anno di carcere e a 10.000 euro di ammenda per negazione di crimini contro l’umanità, secondo quanto disposto dalla sentenza. E’ stato perseguito per aver diffuso in musei, movimenti d’iniziativa, comuni e aziende di diversi settori, un opuscolo di 16 pagine intitolato: “Holocauste? Ce qu'on vous cache” [“Olocausto? Quello che non sapete”]. In questo opuscolo Reynouard nega il genocidio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, definendolo “propaganda”. Nel 1997 era stato licenziato dalla scuola pubblica per aver messo in ordinazione, presso il liceo di Honfleur dove insegnava, alcuni testi che rimettevano in discussione il massacro di Oradour-sur-Glane ad opera di una divisione SS del Reich. Aveva anche proposto ai suoi allievi un esercizio sulle statistiche di mortalità all’interno del campo di Auschwitz, basandosi su una pubblicazione revisionista.

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