Archeologi dell'Istituto di Storia A.D. Xenopol di Iaşi, nel nord della Romania, al confine con la Repubblica Moldava, hanno realizzato un'importante scoperta: in una foresta a dieci chilometri dalla città la squadra di ricercatori coordinati da Adrian Cioflâncăha identificato diverse fosse comuni contenenti resti umani.Secondo gli studi effettuati si è stabilito che si tratta delle vittime del massacrocommesso dall'Armata Rumena nel 1941, quando nelle foreste a nord di Iaşi furonouccisi circa cento ebrei, tra cui donne e bambini. "Gli ebrei furono costretti ascavarsi da soli la tomba, poi furono svestiti, fucilati e gettati dentro la fossa. In seguito si è chiuso tutto buttando calce", spiega Elisabeth Ungureanu, assistente capo del progetto.Nel periodo della Seconda Guerra mondialela comunità ebraica di Iaşi era numerosa, raggiungendo circa i quaranta mila abitanti, quasi il quaranta per cento della popolazione della città. "Si viveva bene allora, eravamo in buoni rapporti con tutti. Poi è arrivata la guerra e ha rotto gli equilibri: da allora in città sono rimasti al massimo trecento ebrei", dichiara Pincu Keiserman, presidente onorario della comunità ebraica locale.
Il professor Cioflâncă sostiene che "nel margine ovest della fossa sono stati identificati frammenti ossei umani. Uno di loro ha una ferita alla zona della tempia dovuta probabilmente al calcio di un fucile". Oltre a sedici crani, sono stati trovati scheletri, una mandibola e una serie di oggetti che evidenziano come le vittime fossero civili e non militari. Tra questi bottoni di abiti, una fibbia di cintura e la suola di una ciabatta numero 35, probabilmente da donna. Inoltre scavando si sono raccolte pallottole calibro 7,92utilizzate dall'esercito rumeno in tempo di guerra.
Documenti di archivio dimostrano che, nell'estate del 1941, in zona agiva il 6° Reggimento Cacciatori della 14^ Divisione, condannato per crimini di guerra nel 1948: è quindi probabile che i ritrovamenti di questi giorni siano da mettere in legame con l'azione svolta dal gruppo di militari.Abitanti del luogo parlano con un po' di fatica dei fatti dell'epoca, il passato pesa ancora in modo consistente nel ricordo dei sopravissuti al conflitto. Nel 1941 convogli di ebrei di Iaşivenivano trasportati nelle foreste della zona. I fatti raccontati dai sopravvissuti al tempo si assomigliano tutti, tremendamente uguali a quelli più famosi di altre zone europee del conflitto: donne, uomini, bambini. Giovani soldati a eseguire gli ordini. Raffiche di mitra. Una scena ripetuta giornalmente. I testimoni di allora, per la maggior parte adolescenti,hanno aiutato i ricercatori a scavare esattamente dove era necessario, in un bosco in cui alberi e sentieri sembrano tutti uguali."Sono arrivati tutti nel giro di due mesi. Erano gruppi di cinquanta-cento persone. Li portavano nel bosco, si sentiva la raffica, le urla...Io pascolavo le mie mucche e vedevo tutto", sostiene il signor Bosînceanu, che all'epoca era solo un ragazzino. I sedici teschi scoperti potrebbero aumentare presto: la fossa scoperta potrebbe ospitare decine, se non centinaia, di ebrei uccisi. Secondo Cioflâncă potrebbero addirittura esistere altre fosse nei dintorni: "L'archeologia sarà essenziale per fare chiarezza definitivamente".Di certo per il momento si sa che nella zona di Iaşi sono state uccise numerose persone in seguito alla decisione presa dal Maresciallo Ion Antonescu, allora capo del regime in Romania, di "mettere fine al problema degli ebrei".
E' la prima volta che si ha la prova di un massacro di questo genere compiuto dalle truppe rumene: da anni si parla di questo genere di azioni effettuate nel nord-est della Moldavia, in Bucovina e in Bassarabia, ma non si erano mai trovate prove inconfutabili prima di adesso.
Dopo quasi sette decenni si riscrive la storia: le vittime della deportazione iniziano ad esistere ufficialmente anche in Romania, che entra a tutti gli effetti nella triste mappa dell'Olocausto.
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