L’inglese che con i Kindertransport da Praga salvò 669 bambini
Nicholas Winton nasce in Inghilterra nel 1909 da una famiglia ebrea di origine tedesca. Lavora in diverse banche a Berlino e Parigi. Nel 1938 diventa operatore di Borsa a Londra. Nel mese di settembre dello stesso anno Hitler invade la regione cecoslovacca dei Sudeti. Un amico, che lavora all’ambasciata inglese a Praga, lo coinvolge nell’assistenza ai profughi. A Praga sono già presenti numerosi volontari che prestano servizio per lo più per militanza politica antinazista, ma Winton non si fa illusioni sul futuro che attende gli ebrei e non intende limitarsi a un’attività di primo soccorso. Operando nella Praga occupata, a continuo rischio di essere arrestato, porta avanti un progetto più ampio: vuole trovare famiglie britanniche che consentano almeno ai bambini di salvarsi, espatriando in Inghilterra. Inizia a cercare famiglie che ospitino questi bambini e ottiene l’approvazione del progetto dal Ministero degli Interni inglese. Mentre rientra a Londra, da dove dirigerà le operazioni nottetempo dopo il lavoro, il suo collaboratore a Praga Trevor Chadwick compila una lista di bambini pronti a partire. È l’inizio dei Kindertransport, otto viaggi in treno attraverso tutta l’Europa che permetteranno il salvataggio di 669 bambini. I salvataggi si interrompono il 3 settembre 1939, quando il nono treno in partenza da Praga viene bloccato perché è scoppiata la guerra. Durante il conflitto Winton combatte nella Royal Air Force conseguendo il grado di Ufficiale aeronautico. In tempo di pace osserva il più stretto riserbo sulla sua vicenda finché, nel 1988, la moglie Greta non scopre un suo taccuino con annotati tutti i nomi dei bambini salvati e i dati delle famiglie che li hanno accolti. Da quel momento Winton diventa un personaggio molto popolare ed è candidato diverse volte al Premio Nobel per la Pace. Nel 2009 a Praga è stato organizzato un viaggio in treno attraverso l’Europa per commemorare i Kindertransport. In questa occasione Winton ha dichiarato: “La vera sfortuna è stata che nessun altro Paese abbia fatto altrettanto. Ho provato a sensibilizzare gli americani, ma non hanno preso con sé alcun bambino. Se l’avessero fatto avrebbero fatto la differenza”. Winton ha 100 anni e molti dei bambini salvati costituiscono per lui una sorta di grande famiglia allargata.
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