PORRAJMOS: L'OLOCAUSTO ZINGARO
"Hanno calpestato il violino zigano"
Hanno calpestato il violino zigano
ne è rimasta della cenere zigana
il fuoco il fumo
si innalzano al cielo
Hanno portato via i zigani
hanno separato i bambini dalle madri
le donne dagli uomini
hanno portato via i zigani
Jasenovac è piena di zigani
legati da pilastri di cemento
da pesanti catene ai piedi e alle mani
nel fango fino alle ginocchia
A Jasenovac è rimasto
il loro ossame per raccontare, eventi disumani
l'alba serena si è alzata
il sole ha riscaldato dei zigani.
"C'era una volta un maledetto re che
voleva far scomparire tutti i Rom perché
avevano un'aria diversa dalla sua e da
quella dei suoi parenti, perché parlavano
in modo che lui non capiva, e questo lo
faceva arrabbiare.
Tuttavia, sterminare
degli innocenti all'epoca moderna non è
una bella cosa.
Così il re decise di fare
dei Rom dei criminali. Sterminare i
criminali è tutt'altra cosa.. Quel re
si chiamava Hitler-Tuka...".
Non esistono documenti, scritti o libri nella tradizione Rom, tutto è affidato alla trasmissione orale. Anche il ricordo del "PORRAJMOS";1, l'olocausto zingaro che dal '40 al '45 fece più di 500.000 vittime, si allunga e si stempera in poesie e ballate come queste. Se lo sterminio nazista di disabili omosessuali assurge solo adesso a dignità storica, lo stesso non può dirsi per l'eccidio degli zingari, salvo rare eccezioni. Tra le carte di Norimberga, un solo paragrafo è dedicato al genocidio di Rom e Sinti2 , eppure gli zingari furono, non meno dei disabili, le cavie designate della follia nazista.
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