sabato 26 febbraio 2011

L'albero di Irena Sendler

La ”madre” dei bambini ebrei di Varsavia nasce in una famiglia di tradizione socialista e di mentalità aperta; fin da piccola frequenta i bambini ebrei e dall’età di cinque anni parla yddish. Il padre, medico, si prende cura di molti ebrei in difficoltà, tanto che alla sua morte la comunità e...braica offre alla vedova un sussidio in segno di gratitudine.


Allo scoppio della guerra, con l’occupazione tedesca della Polonia, Irena sfrutta la sua posizione di assistente sociale nell’amministrazione della capitale per ottenere un lasciapassare e portare soccorso agli ebrei rinchiusi nel ghetto.

Legata al movimento clandestino antinazista ”Zegota”, dopo la decisione dei tedeschi di liquidare il ghetto organizza la fuga dei bambini, sistemandoli presso famiglie polacche, orfanotrofi, conventi. Ne salva in questo modo circa 2.500 e nasconde i loro dati in un barattolo di vetro interrato in giardino, che permetterà dopo la guerra ai sopravvissuti di conoscere le proprie origini e a volte di ritrovare le famiglie.
Arrestata e torturata dalla Gestapo nel 1943, è salvata da ”Zegota”, che la sottrae alla fuciliazione corrompendo un generale nazista. Entra in clandestinità e nel 1944 partecipa all’insurrezione diVarsavia.
Dopo la guerra si iscrive al Partito Comunista Polacco, ma ne esce per protesta nel 1968 e nel 1980 aderisce a Solidarnosc.
Nel 1965 Yad Vashem le conferisce la Medaglia di ”Giusto fra le Nazioni”, mentre la Polonia comunista si dimentica di lei. Solo negli ultimi anni la sua figura è stata riscoperta e valorizzata in patria.
Nel 1999 un gruppo di studenti del Kansas si appassiona alla sua storia e mette in scena l’opera Life in a Jar (La vita in un baratolo) ispirata alla sua vita.
Nel 2009 esce il film I figli di Irena Sendler.
Nel 2007 viene candidata al Nobel per la Pace.
Alla sua morte, nel 2008, tutta la Polonia la piange e Marek Edelmann la ricorda come ”una grande donna, in tutti i sensi”.

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