domenica 1 maggio 2011

Nino Romano

Nino Romano è nato a Palermo il 12 aprile 1922 e morto il 15 febbraio 2009. Questa è “UNA STORIA COME TANTE (di una gioventù cancellata dalla guerra)”. Questo è il titolo di un libro che raccoglie la vicenda di Nino Romano anch’egli Internato Militare Italiano, di seguito una breve introduzione.

“Provate a immaginare di avere diciannove o vent’anni, di sognare ancora a occhi aperti le cose belle che desiderate ardentemente si realizzino nel corso della vostra vita, piccole grandi cose : una casa, un lavoro, magari di sposarvi con la bella ragazza che avete conociuto ieri alla festa e di cui vi siete già segretamente innamorati. Provate a immaginare poi una notizia sui giornali : la guerra, e poi una lettera, la partenza con un treno accompagnato da una grottesca fanfara militare, la trincea, lo scoppio di una bomba, l’amico con cui avete parlato un attimo prima dilaniato per terra, il nemico e voi stesso che, di lì a poco, rischiate di fare la stessa fine; tutto questo vi sta accadendo a soli diciannove anni, senza sapere come e perché, tutto questo è accaduto e accade ancora oggi a milioni di ragazzi, ragazze, bambini e bambine in diverse parti del mondo!

Una angosciante e angosciosa realtà vissuta pure da Nino Romano, appassionato autore di un libro di memorie che ripercorrono la vicenda di un giovane contadino palermitano, dalla chiamata alle armi avvenuta il 17 Settembre del 1941 alla detenzione nel lager nazista di Groditz, vicino alla cittadina di Grossenhain (Dresda), fino alla liberazione ad opera dei russi e al ritorno a casa nell’autunno del 1946.

Dopo le note vicende storiche conseguenti alla caduta del fascismo, avvenuta il 25 Luglio 1943, e alla rottura dell’alleanza con la Germania, le unità militari tedesche disarmarono in poche settimane le 18 divisioni italiane che si trovavano nell’Italia del nord e le 38 divisioni che erano ripartite tra l’Italia del nord e i Balcani, dove si trovava Nino Romano.

I soldati italiani che non passarono dalla parte dei nazisti, praticamente la maggioranza, quando non riuscirono a scappare, furono deportati in Germania dove vennero internati come prigionieri di guerra. Essi furono, secondo lo storico Renzo De Felice, più di 800.000. I nostri militari lì subirono ogni sorta di umiliazione: vennero disprezzati dai tedeschi in quanto considerati “traditori”, malnutriti, spesso bastonati e sottoposti a pesantissimi e massacranti turni di lavoro. Già nella primavera del 1944 circa un quarto degli I.M.I. (internati militari italiani) era morto per denutrizione!

Questo quadro riteniamo sia sufficiente a delineare, anche se per sommi capi, il dramma vissuto da questi ragazzi.

Al loro ritorno molti preferirono il silenzio, forse per rimuovere o esorcizzare quanto gli era accaduto, altri si arresero all’indifferenza di tanta gente che voleva solo dimenticare al più presto il terribile ricordo della guerra, altri ancora, e furono alcune centinaia, decisero, come Nino Romano, di raccontare nelle forme più svariate la loro vicenda, attraverso gior-

nali, documentari televisivi e cinematografici, canzoni etc. Tra questi alcuni nomi anche illustri come quelli di Giovanni Guareschi o Giovanni Ansaldo. Nino Romano concludeva le sue memorie chiedendosi se lo Stato, da cui non aveva avuto niente, non gli dovesse qualcosa per i cinque anni di guerra e prigionia a causa dei quali il suo fisico aveva risentito permanentemente delle privazioni e delle sofferenze subite. Egli è morto all’età di 86 anni con questo rammarico!

Solo il 27 Gennaio 2011, a distanza di quasi due anni dalla morte, nel corso delle celebrazioni relative alla “giornata della memoria”, è stata consegnata alla vedova una “medaglia d’onore”, recentemente istituita dallo Stato con colpevole ritardo in ricordo di tutti gli ex Internati Militari Italiani in Germania della seconda guerra mondiale.”

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