sabato 21 maggio 2011

Memoriale della deportazione


Accanto alla chiesa di sant’Anna, nei pressi della stazione ferroviaria di Borgo San Dalmazzo, si trova il Memoriale della deportazione. Sul Piazzale della stazione, in collaborazione con l’Istituto Storico della resistenza di Cuneo, in occasione 60° anniversario della fine della seconda guerra mondiale e della deportazione ebraica, il Comune ha provveduto alla totale riqualificazione di questo spazio con la trasformazione dello stesso in museo permanente alla memoria con la realizzazione del Memoriale della deportazione, per conservare la memoria di quanto avvenne a Borgo San Dalmazzo con l’istituzione del campo di concentramento e il coinvolgimento nella tragedia della Shoa e allo stesso tempo si propone come stimolo per guardare al futuro con l’impegno di preservare sempre la cultura della Pace e il rispetto dei Diritti Umani.

Da questa stazione partirono, il 21 novembre 1943, 375 ebrei fuggiti dalla Francia e rifugiatisi sulle montagne intorno a Borgo San Dalmazzo, ma catturati dai Tedeschi e rinchiusi nell’Ex Caserma degli Alpini (nota ai borgarini come “il Quartiere”). Essi vennero caricati su carri bestiame, trasportati prima a Nizza e poi al campo di raccolta di Drancy e di lì al campo di sterminio di Auschwitz. In seguito un’altra trentina di ebrei italiani, furono deportati prima al campo di concentramento di Fossoli e poi ai campi di stermino di Mathausen e Auschwitz.

In tutto solo 12 persone si salvarono e fecero ritorno. I loro nomi sono quelli che si trovano in piedi sul piano di cemento. Per terra, su metallo uguale a quello usato per costruire i vagoni, sono scritti i nomi di tutti gli ebrei che furono deportati, con la loro provenienza e la loro età, uniti in gruppi familiari, come probabilmente furono chiamati per salire sui treni.

Per gli aiuti che la popolazione di Borgo San Dalmazzo profuse a tutti gli ebrei che riuscirono a scappare, la città, nel 2001, è stata decorata di medaglia d’oro al merito civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

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