sabato 21 luglio 2012

Quando Hitler salvò un ebreo



Adolf Hitler intervenne personalmente per salvare la vita di un ufficiale ebreo durante la Prima Guerra mondiale. La notizia arriva dal Voice from Germany, mensile di cultura ebraica in lingua inglese.
Hitler, fuhrer della Germania nazista e spietato artefice della morte di milioni di ebrei, accordò la sua personale anche se provvisoria protezione ad un giudice ebreo che aveva servito nella sua stessa unità durante la Prima guerra mondiale.
La sorprendente rivelazione è contenuta in un documento d’archivio della Gestapo di Dusseldorf. Il foglio, trovato dalla storica e giornalista Susanne Mauss, porta la firma del capo delle Ss, Heinrich Himmler ed ha in calce la data del 19 agosto 1940.
Vi si può leggere che Ernst Hess, un giudice del Tribunale d’istanza di Dusseldorf, «era durante la guerra del 1914/1918 nella stessa compagnia del Fuhrer e provvisoriamente il capo della compagnia del Fuhrer» che operava nelle Fiandre. Il documento chiarisce che il signor Hess, costretto alle dimissioni dal Tribunale nel 1936 dopo l’approvazione delle leggi di Norimberga del 1935, «è ebreo, con quattro nonni ebrei». Ma sottolinea poi che Hitler voleva veder tenuta in considerazione la domanda del giudice - decorato con la croce di ferro di prima e seconda classe per i suoi servizi durante la Prima Guerra - di ottenere «benevolmente» un trattamento di eccezione. La lettera chiude con un invito alle autorità competenti a «lasciar tranquillo sotto tutti gli aspetti» l’interessato.
Susanne Mauss ha scoperto il documento durante la preparazione di un’esposizione intitolata “Avvocati senza diritti”, sulla storia degli avvocati di origine ebrea nella zona di Dusseldorf. «Quel foglio si riferisce ad un auspicio (“wunsch”, in tedesco) del fuhrer, e questo è davvero sorprendente», afferma la storica, che sottolinea come evocare direttamente Hitler in quel tipo di corrispondenze fosse un fatto molto raro.
Ad ogni modo, secondo l’inchiesta della signora Mauss, Ernst Hess ha potuto davvero approfittare di una certa protezione, anche se solo provvisoriamente: per un periodo il giudice si trasferì con la sua famiglia in Alto Adige, ma poi fu costretto a rientrare in Germania nella primavera del 1941, dove scoprì che l’ordine di protezione del fuhrer era stato revocato. L’ufficiale superiore di Hitler fu allora deportato nel campo di lavoro di Milbertshofen, vicino a Monaco. Hess - del quale la giornalista e storica ha rintracciato la figlia Ursula, oggi 86enne - è sopravvissuto alla guerra e all’internamento ed è morto il 14 settembre del 1983, a Francoforte. La sorella Berta, invece, non ebbe lo stesso destino e morì nell’orrore del campo di concentramento di Auschwitz.

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