domenica 27 marzo 2011

Gli USA rifugio dei nazisti ma non solo...


In questi giorni è tornata alla ribalta da un rapporto dell'OSI (Office of special investigation) americano venuto in possesso del New York Times, quella che per molti sarebbe una scioccante verità: gli USA sul finire della guerra e negli anni immediatamente successivi, diedero accoglienza a molti collaboratori del Terzo Reich‎ tra cui in prevalenza scienziati e ricercatori militari, ma anche a criminali del calibro di Otto Von Bolschwing, il braccio destro di Adolph Eichmann che durante la guerra si è tanto adoperato nello sterminio di massa delle "razze inferiori". Le verità scioccanti del rapporto dell'OSI bene o male finiscono qui e a parte un po' di indignazione generale che il tempo farà senza dubbio mitigare fino a scomparire, non emerge nessun retroscena veramente sconvolgente in grado di arricchire o addirittura far riscrivere i libri di storia che parlano di quegli anni bui.

C'è però motivo di credere che in realtà i nazisti sempre sul finire della guerra abbiano avuto accordi con gli alleati per il trasferimento di risorse e tecnologie indispensabili per la costruzione della bomba atomica in cambio di una garanzia di impunità! Il testo che pubblico ora è parte della mia tesi che feci per l'esame di Stato anni fa:

Nel 1945 gli USA bombardarono il Giappone con due bombe atomiche, dopo aver effettuato la prima esplosione ad Alamogordo nel New Mexico (16 luglio 1945). Quello che pochi sanno è da dove arrivava l'uranio utilizzato per le due esplosioni di Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto 1945). Intanto occorre precisare che si lanciarono due bombe sul Giappone, invece di una, per dimostrare che la prima non era l'unica e ultima bomba atomica posseduta dagli USA. E poi, e questa è la vera notizia, bisogna sapere che alcuni componenti fondamentali delle due bombe arrivarono dalla... Germania, da un carico che si vuole in origine destinato ad uno scambio di materiali bellici tra Hitler ed Hirohito, l'imperatore del Giappone. La versione comunemente accreditata dice che le prime tre bombe atomiche vennero prodotte dagli USA con un costo di due miliardi di dollari e cinque anni di lavoro di un'armata di scienziati di alto livello, con l'aiuto della Gran Bretagna. E' vero che gli USA avevano avuto successo nell'arricchimento dell'uranio - il componente principale della bomba atomica - ma le prove scoperte indicano chiaramente che a causa della fretta e dei ritardi tecnologici, solo grazie alla sorprendente opportunità di poter ottenere dalla Germania i componenti necessari, che erano scarsi negli USA, fu possibile per il Progetto Manhattan di completare le sue bombe in tempo per il bombardamento sul Giappone previsto per la fine dell'agosto 1945.

Stupefacente è che questi materiali non vennero catturati durante una fortunata azione di guerra, bensì erano una contropartita di una transazione segreta tra la Germania e gli USA: l'accordo prevedeva che i nazisti ricevessero una garanzia d'impunità, ancorché vivendo nascosti per decenni dopo la fine della seconda guerra mondiale, dopo essere fuggiti dall'Europa. Vi sono documenti degli Archivi di Stato degli USA a dimostrazione di questa tesi che gettano luce anche sulla politica di alcuni presidenti statunitensi nei decenni successivi all'armistizio. Si tratta proprio di effettuare una revisione storica di enorme portata, alla luce dei dati e dei documenti acquisiti, che chiarirà molti aspetti altrimenti destinati a rimanere oscuri. Tra questi documenti vi è la lista dei materiali immagazzinati all'interno del sommergibile tedesco (Unterseeboot) U-234 XB, tra i quali troviamo 560 kg di ossido di uranio in dieci contenitori ed altre tecnologie belliche naziste che all'epoca erano allo stato dell'arte. Ad esempio, due aerei jet da caccia Messerschmidt 262 completamente smontati (il Messerschmidt fu il primo aviogetto e venne utilizzato durante la seconda guerra mondiale).


Il sommergibile venne trasferito a Portsmouth, nel New Hampshire, il 19 maggio 1945. Alcuni giornalisti ne furono testimoni. Infine c'è una fotografia presa da un fotoreporter di un giornale locale, quando l'U-234 era all'ancora, che mostra un misterioso prigioniero civile molto somigliante a Heinrich Mueller. Questi sbarcò dalla navetta che era usata per sbarcare il personale dall'U-234. L'uomo nella foto è proprio l'ex capo della Gestapo che sbarca sul territorio americano. La sua missione consisteva nell'assicurarsi della consegna del materiale per le bombe atomiche e di altro materiale che era stato concordato con gli USA, in cambio dell'immunità e della protezione per i nazisti che l'hanno ricevuta per decenni fino ad oggi.  Il 20 novembre 1947, il sommergibile U-234 venne affondato con un siluro dalla USS Greenfish durante degli addestramenti, a circa 40 miglia a nord-est di Cape Cod sulla costa orientale USA.

Sarebbe lungo qui elencare tutta la documentazione che prova senza ombra di dubbio che: 1) senza l’uranio del sommergibile non sarebbe stato possibile fabbricare la bomba all’uranio di Hiroshima; 2) senza la benzil cellulosa, usata come moderatore, non sarebbe stato possibile sintetizzare il plutonio; 3) senza l’aiuto dello scienziato Schickle che era a bordo del sommergibile, il suo contraltare americano nel progetto Manhattan, Louis Alvarez, non sarebbe riuscito a progettare in tempo l’innesco ad implosione per la bomba al plutonio di Nagasaki! Altri due scienziati, ingegneri aeronautici che erano a bordo del sommergibile, vennero riciclati all’interno dell’industrie Fairchild da cui uscirà negli anni cinquanta il famoso aviogetto F-105 usato nella guerra del Vietnam.

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