sabato 18 agosto 2012

Nella struttura di Allach i detenuti erano utilizzati per costruire motori di aerei


Sono più di quel che si pensi i sardi finiti nei campi di concentramento nazisti: secondo uno studio di Aldo Borghesi, professore nell'istituto magistrale di Sassari e docente dell'Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell'Autonomia, i deportati sarebbero 250. E furono nove a morire a Dachau: tra essi potrebbe esserci anche l'olbiese Salvatore Degortes. Pur risultando negli elenchi di Dachau, che fece scuola tra i lager tedeschi e come Auschwitz aveva la sconcertante scritta «Arbeit macht frei» (il lavoro rende liberi) sul cancello, venne rinchiuso nella struttura satellite di Allach. Campi minori come questi servivano spesso per avere a disposizione manodopera gratuita per le fabbriche. In particolare i prigionieri di quel campo venivano utilizzati nei laboratori di costruzione e riparazione di motori aerei della Bmw. Per uno strano gioco del destino il nipote Gavino ha fatto carriera come tecnico nel settore aeronautico.

1 commento:

  1. C'è e come Zio Lollo... l'ho trovato sul database il 5 ottobre 2011 sotto il nome di DE CORTES SALVATORE... morto il 28 gennaio 1944.

    Marco Degortes...

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