sabato 4 agosto 2012

Addio a Salvatore Fois, prigioniero B770. E' scomparso a 92 anni l'ex militare internato nel lager di Anna Frank


BOLOTANA. 09 Marzo 2012. Cordoglio a Bolotana per la morte di Salvatore Fois, ex internato nel lager nazista di Bergen Bersen, in Germania, lo stesso in cui morì Anna Frank, la giovane ebrea che scrisse il famoso Diario. È morto l'altro ieri a Oristano, dove viveva con la figlia Anna Maria, all'età di 92 anni.

Originario di Bolotana, Salvatore Fois, fino a qualche anno fa, andava ancora nelle scuole della sardegna a raccontare ai ragazzi la sua storia di prigioniero nel campo di concentramento nazista, dove furono cremati milioni di ebrei. Raccontava la sua prigionia, i lavori forzati, le umiliazioni subite, la brutalità dei nazisti. Nel lager trascorse due anni: dall'8 settembre del 1943 al settembre del 1945.

«Ci salvò un soldato russo - raccontava l'ex internato di Bolotana - che aprì le porte dopo avere rotto il filo spinato. Ci salutò dicendo: Stradust tovarich, salve compagno».

Lui, la frase irridente che campeggiava nei cancelli dei campi di concentramento la conosceva a memoria: Arbait macht frei, il lavoro rende liberi. La ripeteva, quella frase in tedesco, ogni 27 gennaio, nella Giornata della Memoria. I ricordi dell'inferno nazista rimasero impressi per sempre nella memoria di Salvatore Fois, contadino bolotanese figlio di contadini, che partì volontario per sfuggire alla malaria che, allora, decimava il paese.

«Nel lager - diceva - non eravamo uomini. Non avevamo nomi. Io ero il prigioniero B770. Qualche anno dopo scoprii che dentro un forno crematorio, vicino a noi, c'era Anna Frank».

Queste storie, Salvatore Fois, che ricevette il diploma d'onore dal presidente della Repubblica Sandro Pertini, le raccontò anche a Nuoro, nel 2005, nelle scuole medie cittadine. Quei racconti sono custoditi nel libro «Storia e memoria», curato dalla rete delle scuole.

«I ragazzi - diceva Salvatore Fois, nelle sue "lezioni" di storia - devono sapere che la libertà e la democrazia sono state conquistate con le nostre sofferenze e sono valori irrinunciabili». Principi che ha ricordato anche due anni fa, ormai novantenne, nel corso di una lezione ai ragazzi di Bolotana.

Salvatore Fois, sergente maggiore dell'esercito, ex internato, lascia di sé un insegnamento vissuto sulla propria pelle: l'odio per le guerre. «Per fortuna - diceva - i ragazzi non vogliono le guerre». Grazie anche a lui. Al prigioniero B770.

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