sabato 4 agosto 2012

La prostituta eroina dimenticata da tutti

Hedwig Porschütz ha salvato gli ebrei durante il nazismo, ma nessuno la ricorda mai


Esistono eroi che purtroppo per pregiudizi non vengono celebrati. Una di queste personalità è Hedwig Porschütz, una prostituta di Berlino che ha salvato vari ebrei dalla morte nazista, ma a causa del suo lavoro non ha mai ottenuto riconoscenza per il suo comportamento.

PROSTITUTA PER CRISI - L’orrore hitleriano è stato opposto da molti tedeschi, che durante la fase più tragica del regime nazionalsocialista si sono opposti per le più svariate motivazioni alle persecuzioni contro gli ebrei. Molti di loro erano persone semplici e sono finite nel dimenticatoio, e il loro operato fu celebrato grazie all’iniziativa di un ministro cittadino della Spd, Joachim Lipsitz. Altre persone però non hanno ottenuto neppure questo riconoscimento postumo, ed una di questi eroi si chiama Hedwig Porschütz. Nata come Hedwig Völker nel 1900 nel quartiere di Schöneberg, la berlinese cambiò vari lavori in gioventù, ma diventò disoccupata agli inizi degli anni trenta. Quando arrivò la grande crisi che travolse la repubblica di Weimar, Hedwig Porschütz iniziò a vendere il suo corpo per potere sopravvivere insieme al marito, anch’egli senza lavoro. Le sue attività di prostituta si concentravano ad Alexanderplatz, la grande piazza della parte orientale di Berlino dove la Porschütz aveva un alloggio. La vita della prostituta è sconosciuta fino agli anni quaranta, quando inizia ad avere un rapporto molto stretto con Otto Weidt, uno degli eroi della Berlino anti nazista, anche se è conosciuta la condanna subita per la sua professione.

EBREI SALVATI - Nella fabbrica di Otto Weidt trovarono ospitalità molti ebrei perseguitati dal regime hitleriano. Un cerchio di amicizie permetteva a Weidt di aiutare coloro i quali erano finiti nel mirino nazista a causa della loro etnia. Tra questi c’era in un ruolo di primo piano, come illustra Die Zeit, Hedwig Porschütz, che conduceva per l’imprenditore berlinese i fondamentali affari sul mercato nero. Questi servivano sia per fornire di vivere gli ebrei nascosti nelle officine, sia per corrompere i funzionari della Gestapo al fine di non far deportare i rifugiati nei campi di sterminio. La prostituta lavorava formalmente nella fabbrica di Weidt, anche se i suoi veri compiti erano le missioni di supporto agli ebrei nascosti dall’imprenditore berlinese. La stessa Hedwig Porschütz ospitò alcune donne a casa sua. Tre di loro si salvarono dai nazisti, mentre una fu deportata ad Auschwitz.

CONDANNA A VITA - Il ruolo della prostituta però non fu mai riconosciuto, neanche dopo la guerra, a causa di una condanna subita nel 1944. La polizia la prese a far acquisti sul mercato nero, e la sua attività di meretrice aggravò la condanna a sei mesi di carcere. La donna aveva perso la casa durante i bombardamenti su Berlino, e insieme al marito si trasferì in un altro quartiere della capitale dopo che il suo compagnò torno, molto malato, dalla guerra. La condizione di estrema povertà accompagnò la Porschütz per il resto della sua vita, ma la donna non ebbe neppure la gratificazione della riconoscenza. Nel 1959 l’ufficio competente per i risarcimenti di Berlino stabilì che le sue azioni pro ebrei non costituissero atti di resistenza al regime nazista tali da meritare una ricompensa. La condanna per prostituzione fu uno dei motivi per i quali alla Porschütz fu negata anche questa soddisfazione. Nel 1997 la donna morì in un ricovero per anziani. Solo il 20 luglio del 2012 è stata dedicata una targa alle sue azioni, a memoria delle prostituta che aveva salvato gli ebrei.

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