martedì 6 settembre 2011

Il tesoro di Priamo


Pioniere della scoperta della civiltà micenea, l'archeologo tedesco Heinrich Schliemann individuò e scavò il sito di Troia.

Profondo lettore di Omero, egli esplorò i luoghi descritti nell'Iliade, e nell'Odissea.

Schliemann era convinto che gli oggetti in oro, argento, ambra trovati nel secondo livello di Troia siano stati associati con il leggendario re Priamo.

Attribuibili a metà del terzo millennio a.C., i gioielli sono, tuttavia, di una data anteriore a quella che gli storici greci danno per la spedizione achea guidata da Agamennone.

Schliemann riuscì ad esportare segretamente il tesoro in Grecia; per questo venne accusato dalla Turchia di esportazione illegale e costretto a pagare una ingente multa; l'archeologo tuttavia pagò una somma maggiore pur di divenirne il proprietario, quindi decise di donare il tesoro alla Germania, dove questo rimase fino alla seconda guerra mondiale.

Il 6 marzo 1945 Adolf Hitler ordinò che fosse nascosto nelle miniere di sale di Helmstedt, in previsione della sconfitta e per evitare che cadesse in mano ai sovietici. L'ordine di Hitler non venne eseguito e il tesoro finì a Mosca.

Negli anni successivi i russi smentirono che questo si trovasse nelle loro mani e così scoppiarono infinite polemiche. La prima conferma ufficiale della presenza del tesoro in Russia si ebbe nel 1993 da parte di Boris Eltsin che, ospite ad Atene presso il capo di Stato greco, dichiarò che il tesoro si trovava a Mosca, al Museo Puskin.

Nel 1994 una commissione di esperti di diverse nazioni confermò che si trattasse proprio dei ritrovamenti di Schliemann a Troia.

Attualmente quattro nazioni si contendono quel tesoro: la Turchia (dove è stato rinvenuto), la Grecia (erede della tradizione omerica), la Germania (a cui fu donato dall'archeologo) e la Russia (dove si trova attualmente).

Questo tesoro era stato trovato alla profondità di 10 metri in un recipiente di rame largo 1 metro e alto 45cm.

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