venerdì 22 giugno 2012

LA NOTTE


Il libro letto è stato scritto da Elie Wiesel che è anche il protagonista di questa crudele storia. Wiesel nacque nel 1928 a Sighet, in Transilvania e faceva parte di una famiglia composta da sei persone: la madre, il padre e quattro bambini, Hilda era la maggiore, poi c'era Bea, poi Elie che era l'unico figlio maschio e la più piccola si chiamava Judit. I genitori di Elie erano commercianti e Hilda e Bea li aiutavano in questo lavoro, mentre Elie era uno studioso e voleva diventare un cabalista. Elie e tutta la sua famiglia erano ebrei, e lui credeva in Dio.

Ora esaminiamo quello che accadde a Elie e a tutta la sua famiglia.

Elie e tutta la sua famiglia vivevano a Sighet, avevano molto da lavorare, ma egli voleva diventare un cabalista, ma suo padre continuava a ripetergli che solo a trenta anni poteva diventarlo. In questa città viveva un uomo di nome Moshè lo Shammàsh che era il factotum di una sinagoga chassidica e aiutava Elie a diventare cabalista. Un giorno gli Ebrei stranieri vennero espulsi dalla città e Moshè era straniero. Li caricarono su un treno e dopo poche settimane gli abitanti di Sighet si dimenticarono di loro. Quando Moshè riuscì a fuggire, tornò a Sighet per raccontare tutto quello che gli era successo, ma nessuno gli credeva e tutti pensavano che fosse matto. Nella primavera del 1944, i tedeschi arrivarono a Sighet e formarono due ghetti, uno più grande, e uno più piccolo. Una sera arrivò la brutta notizia: la deportazione .Tutti dovettero preparare il cibo e i vestiti per partire l'indomani verso una destinazione sconosciuta. Arrivarono a piedi fino alla stazione e vennero tutti caricati sul treno che era talmente pieno che per sedersi dovevano fare a turno. Una donna nella notte continuava a gridare: "il fuoco! il fuoco!", ma nessuno vedeva niente, perché in realtà non c'era. Arrivati a destinazione, qualcuno lesse il cartello che indicava "Auschwitz". La signora continuava a gridare, ma questa il fuoco c'era davvero e tutti lo videro, li fecero scendere. Li divisero in due gruppi: donne a sinistra, uomini a destra, gli tagliarono i capelli e li sistemarono in una baracca per la notte. Per colazione ricevevano del caffè nero, a pranzo e cena il pane e la zuppa. Molto spesso li sottoponevano a selezioni; i più deboli venivano uccisi e i più robusti continuavano a lavorare. Per riconoscerli vennero stampati a ognuno dei numeri sul braccio sinistro. Elie trovò alcuni amici che aveva a Sighet e altri se ne fece nei campi. A chi possedeva oro nei denti gli veniva tolto, Elie aveva una corona che le venne tolta. Vennero trasferiti a Buma e dopo qualche mese che si erano sistemati venne bombardata. Arrivò l'anno 1945 e le S.S. gli fecero un bel regalo: la selezione. A questa venne registrato il padre di Elie che pensava di morire, ma per fortuna scampò alla seconda selezione. Lì nevicava molto e a forza di stare con i piedi nella neve, il piede destro di Elie si era gonfiato, così si dovette operare. Pochi giorni dopo l'operazione si dovevano trasferire in un altro campo. Questa volta ci dovevano arrivare a piedi, anzi correndo. Il cammino fu molto lungo e le persone che cadevano a terra, perché sfinite, venivano fucilate. Elie aveva ritrovato il suo amico Julick che morì nella notte. L'indomani li caricarono su un vagone aperto, dove la neve entrava, il padre di Elie sembrava morto tanto freddo aveva preso. In quel vagone salirono in cento e scesero in dodici, il posto dove erano arrivati si chiamava Buchenvald. In questo campo, appena arrivarono, fecero una selezione, dopodichè li mandarono a lavorare. Il padre di Elie era sfinito, di questa vita non ne poteva più e proprio quando erano arrivati alla fine della loro vita nel campo, morì e Elie rimase solo, però per lui forse era nu peso in meno, senza di lui poteva pensare di più a se stesso, a mangiare senza pensare anche a suo padre. Elie dovette rimanere a Buchenvald fino all'11 aprile. L'ultimo giorno ci fu una battaglia in cui tutte le S.S. fuggirono, così un carro armato americano entrò nel campo e liberò tutti. Tutti ne furono contenti e lo era anche Elie, ma dopo soli tre giorni si ammalò. Un giorno raccolse tutte le sue forze e andò a guardarsi allo specchio e vide soltanto un cadavere che lo contemplava.

Questo libro venne scritto nel febbraio del 1984 a Firenze. Questa storia avviene nel periodo che va dal 1942 al 1945. Si svolse in diversi campi di concentramento tra cui Auschwitz, Buna e Buchenwald. Questo è un libro di tipo storico, perché parla dei campi di concentramento e di quando le famiglie venivano deportate da un campo all'altro, insomma parla della seconda guerra mondiale. Secondo me è stato scritto per fare capire alla gente quello che accadeva realmente, quanto poteva essere brutto e doloroso per le persone che vi erano coinvolte, ma può anche essere stato scritto per fare conoscere il passato, nel presente, insomma una fonte storica.

Questo libro potrebbe appparire noioso, ma in realtà per me è stato bellissimo, perchè ho capito veramente cosa si provava a stare lì. Ogni volta che a Elie accadeva qualcosa era come se accadesse anche a me, diciamo che è stato un libro perfetto, a me è piaciuto molto e l'ho letto molto volentieri.

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