sabato 29 gennaio 2011

Hitler arriva al potere

Il caos politico e il dramma dell'economia con più di 6 milioni di disoccupati fanno aumentare il desiderio di un uomo forte che possa mettere fine a tutto questo. Alla fine nel 1933 Hitler si presenta per molti come l'unica speranza che può salvare il paese dalla confusione totale.




Più che un u...omo politico, all'inizio Hitler era un oratore. Lo sapeva e lo sfruttava fino al massimo. Nel 1932, un anno prima di diventare Cancelliere del Reich, Hitler fa centinaia di discorsi in tutte le parti della Germania. Basta un annuncio anche solo 2 giorni prima e Hitler riempie qualsiasi sala. Affascina la gente non tanto per quello che dice ma per come lo dice. Con il suo stile insolito ma affascinante di parlare riesce ad ipnotizzare le masse.



Quello che convince la gente quando parla Hitler è soprattutto l'energia che riesce a trasmettere, un'energia e una fermezza di cui molta gente disorientata sente un gran bisogno e di cui anche la Germania depressa dalla crisi economica sembra che abbia bisogno.



I 17 milioni di tedeschi che votano Hitler nel 1933 non sono 17 milioni di fanatici antisemiti, razzisti e nazionalisti, ma in grandissima parte sono persone stanche ed esauste che vogliono lavoro, la fine della insicurezza politica e la garanzia di un modesto benessere, e che non vogliono più sentirsi gli ultimi in Europa. La violenta propaganda antisemita di Hitler per molti non conta, conta invece la promessa di creare lavoro e di mettere fine al caos di cui sembra responsabile la democrazia. E Hitler non lascia nessun dubbio sul fatto che vuole eliminare non solo tutti gli altri partiti ma con loro anche la democrazia stessa. Adesso la propaganda di Hitler e l'organizzazione quasi militare del suo partito raccolgono i frutti. Più aumenta il consenso elettorale, più anche i grandi industriali, che prima avevano visto in Hitler solo un fenomeno politico un po' esotico e volgare, si interessano di Hitler,. Nel gennaio del 1933, il partito nazionalsocialista era ormai da un anno quello più forte, Hitler diventa cancelliere e la storia della Germania cambia.



É evidente che non è stato Hitler a distruggere la democrazia di Weimar ma che è stata piuttosto la autodistruzione della democrazia a portare Hitler al potere. Fattori esterni hanno certamente favorito questo processo: all'inizio c'era il trattato di Versailles, pesante per l'economia, ma forse ancora più negativo in senso psicologico, in quanto umiliava la Germania e forniva gratuitamente continuo materiale per la propaganda di Hitler. Il colpo di grazia è stata, alla fine, la crisi economica con 6 milioni di disoccupati.



Decisiva per la autodistruzione della repubblica è stata però la quasi completa mancanza di senso democratico in ampi strati della destra (che andava molto oltre il partito di Hitler). La destra non-nazista rifiutava fin dall'inizio, più o meno apertamente la democrazia e cercava con tutti i mezzi a rovesciarla o a svuotarla di contenuto. Certamente anche i comunisti lottavano attivamente contro il sistema democratico, ma non erano mai un reale pericolo per lo stato, se mai erano un problema per la polizia.



Quando lo stato e l'economia erano, o almeno sembravano forti, Hitler non aveva la minima chance di ottenere consensi elettorali. Hitler poteva avere successo solo quando l'avversario, cioè la democrazia, era debole. Nella prima grande crisi del 1923 tentò un colpo di stato, ma fallì. Allora la Repubblica vacillò ma non crollò. Nel 1933 invece, quando la democrazia era già esausta e marcia, arrivò al potere senza sparare neanche un colpo.
 

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