domenica 21 aprile 2013

La Schindler in gonnella


02/03/2012 - E’ morta oggi Tina Strobos, una delle persone che durante la guerra hanno messo in salvo gli ebrei rischiando la vita Si è spenta a Rye (N.Y.) vittima di una metastasi, una signora olandese che nel 1989 è stata iscritta

Si è spenta a Rye (N.Y.) vittima di una metastasi, una signora olandese che nel 1989 è stata iscritta nell’elenco dei Giusti delle Nazioni al museo dello Yad Vashem a Gerusalemme, il memoriale dell’Olocausto.
Si chiamava Tina Strobos e durante la seconda guerra mondiale la donna insieme alla famiglia si unì alla resistenza olandese e insieme salvarono più di cento olandesi di religione ebraica dalla deportazione, ospitandoli nella soffitta di casa. Per capire quando sia stata pericolosa la sua attività e rendersi conto di quanto fosse determinato ed efficiente il rastrellamento degli abrei in Olanda, basta sapere che i nazisti riuscirono a uccidere l’80% dei 140.000 ebrei olandesi, tra i quali anche Anna Frank, che fu denunciata ai tedeschi e catturata insieme all’intera famiglia, di cui sopravviverà solo il padre.
LA RESISTENZA - Ha esordito nella resistenza olandese a 20 anni, studentessa di psicologia faceva la staffetta in bicicletta, poi quando la resistenza armata divenne impraticabile, la sua intera famiglia trasformo la sua casa nel centro di Amsterdam nella prima tappa di una fuga sempre difficile e pericolosa. Servivano documenti falsi per sfuggire sotto il naso dei tedeschi in un paese privo di foreste e montagne dov’è facile controllare ogni movimento e gli Strobos arrivarono ad arruolare alla causa i borsaioli della stazione che donavano i documenti per loro inutili trovati nei portafogli rubati.
I MOTIVI – “Non ho mai creduto in Dio, ma ho sempre creduto nella sacralità della vita umana” ripeteva a chi le chiedeva di cosa avesse spinto lei e la sua famiglia a rischiare la vita per degli sconosciuti, ai quali diceva anche di aver dimenticato la maggior parte degli avvenimenti che ebbero luogo in quella soffitta. Sosteneva di averli voluti dimenticare inconsciamente, quasi che con la fine della guerra la sua memoria avesse voluto chiudere per sempre la porta di quella soffitta.

Nessun commento:

Posta un commento