sabato 1 dicembre 2012

STORIA DI ADRIANA




La piccola Adriana Revere, figlia di Enrico Revere, nato a Torino, maresciallo radiotelegrafista della Marina Militare Italiana con sede a La Spezia, e di Emilia De Benedetti, nata a Cuneo, abile pianista, non poté frequentare le Scuole pubbliche, causa le leggi razziali e frequentò la Scuola elementare ebraica.
Il padre venne espulso dalla Marina Militare, sempre perché di religione ebraica, riuscì a svolgere un modesto lavoro di rappresentanze.
Con i primi bombardamenti la famiglia Revere cercò rifugio a Vezzano Ligure, dove però verso la fine del 1943 Enrico Revere venne arrestato 2 o 3 volte di seguito e poi liberato. Il 3 febbraio del 1944 i carabinieri, su ordine del Prefetto Franz Turchi, catturano tutta la famiglia e li inviarono al Campo di concentramento di Fossoli di Carpi. Il 22 di febbraio del 1944 madre, padre e figlia vennero deportati ad Auschwitz. Viaggiarono nello stesso vagone piombato di Primo Levi, che nel suo libro “Se questo è un uomo” parla di loro e ricorda che madre e figlia all’arrivo vennero subito uccise nella camera a gas, mentre il padre passò la selezione, rimase ad Auschwitz per un periodo e in seguito venne trasferito a Flossenburg, dove fu fucilato il 28 ottobre 1944.
Nel 1952 il Signor Aharon Adolfo Croccolo di La Spezia decise di dedicare un concorso alla memoria di Adriana Revere, perché si ricordasse la Shoah e scelse quel nome perché era uno dei più cari al cuore degli ebrei spezzini.
Questo concorso ebbe un’enorme sviluppo e dal 1973 è un’istituzione permanenente.

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