sabato 1 dicembre 2012

Frieda Belinfante


Frieda Belinfante (1904-1995), musicista e violoncellista, è stata una delle prime direttrici d'orchestra della storia della musica. Nasce in una famiglia di musicisti ad Amsterdam, dove comincia gli studi sotto la guida del padre, il pianista Ari Belinfante. Si perfeziona con Hermann Scherchen e vince un prestigioso concorso per direttori d'orchestra indetto dalla Orchestre de la Suisse Romande. Compositrice di concerti per violoncello, comincia l'attività di direttrice nella seconda metà degli anni '30 alla guida della "Het Klein Orkest" e della "Orchestra Studentesca J. Pzn Sweelinck" di Amsterdam. Dichiaratamente lesbica e per metà di origine ebraica è costretta a interrompere la carriera a causa dell'occupazione nazista. Durante il secondo conflitto mondiale prende parte alla Resistenza olandese antifascista. Falsifica documenti per gli ebrei in fuga. Nel 1943, insieme allo scrittore gay Willen Arondeus, fa parte del gruppo che organizza una pericolosa azione di sabotaggio: la distruzione di tutti i dati dell'anagrafe nazionale. L'azione ha successo, centinaia di ebrei riescono a mettersi in salvo, ma il gruppo viene scoperto e quasi interamente annientato. Isolata dai compagni, Frieda si salva nascondendosi per mesi sotto falsa identità e fingendosi un uomo. Nell'inverno del 1944 lascia l'Olanda e in fuga attraverso il Belgio e la Francia raggiunge la Svizzera dove viene internata in un campo di rifugiati a Montreux, insieme ad altri 160 ebrei olandesi. Finita la guerra fa ritorno in Olanda, ma non riesce a riambientarsi. Lascia definitivamente l'Europa nel 1947 per emigrare negli Stati Uniti. Nei primi anni si sposta frequentemente per stabilirsi in seguito nel sud della California. Riprende la carriera a Hollywood. All'inizio degli anni '50 fonda l'Orange County Philharmonic Orchestra, di cui sarà direttrice con successo per qualche anno. Anche negli USA il suo stile di vita non le rende le cose facili. Perde infatti il lavoro quando la comunità di Orange County scopre che è lesbica. Nonostante ciò Frieda continuò ad essere attiva come insegnante fin oltre gli ottantant'anni. Occasionalmente torna anche sul podio. È morta nel 1995 a poco più di 90 anni. Su di lei è stato realizzato il documentario . . . But I was A girl (. . . Maar Ik Was Een Meisje) regia di Toni Boumans, Frame Media Productions, 1999, Olanda. Basato su un'intervista di otto ore che la stessa Frieda, novantenne, rilasciò nel 1994 al giornalista Klaus Müller, poi co-produttore e autore del documentario Paragrafo 175 ( 2000 ) sulla persecuzione dei gay e delle lesbiche durante il nazismo, raccoglie le testimonianze di chi la conobbe: la sorella Rachel, gli amici e gli allievi, la compagna di venti anni più giovane, fotografie e materiali d'archivio e di repertorio. Sullo schermo appare la stessa Frieda che racconta dei primi anni in Olanda, di sua madre che desiderava un figlio maschio ("ma, io ero una femmina" dice Frieda), del primo amore (la moglie di un suo insegnante), dell'impatto della Shoah sulla sua vita, della sua posizione di donna lesbica all'interno della Resistenza olandese, del suo breve matrimonio con il flautista Jo Veldkamp e delle sue amanti, tra le quali la compositrice Henriëtte Bosmans.

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