domenica 21 aprile 2013

Il console fascista che salvò gli ebrei

La storia di Guelfo Zamboni

 
Guelfo Zamboni 

Un funzionario fascista che sceglie di disobbedire agli ordini, un uomo che comincia una battaglia personale per salvare gli ebrei di Salonicco dai campi di sterminio. In quella che è chiamata la Gerusalemme dei Balcani, il console Guelfo Zamboni aiuta gli ebrei italiani e procura anche carte d'identità false per permettere ai fuggiaschi di raggiungere Atene. Sono i mesi del 1943, quando i nazisti rastrellano «la più grande e prospera comunità sefardita d'Europa», come la ricorda lo storico Albertos Nar. 

La scelta di Zamboni, che nel 1992 ha ricevuto il titolo di Giusto per aver sottratto all'Olocausto 500 ebrei, va in scena oggi (in una serata organizzata dall'Istituto italiano di cultura) all'università di Tel Aviv. Ferdinando Ceriani, assistente di Maurizio Scaparro, dirige «Salonicco 43» (tra gli attori Massimo Wertmuller, canta Evelina Meghnagi), basato sul libro scritto da Antonio Ferrari, editorialista del Corriere della Sera, la docente Alessandra Coppola e il giornalista Jannis Chrisafis. L'attenzione sulla storia di Zamboni, studiata dallo storico israeliano Daniel Carpi, è stata riportata da Ferrari e dall'ambasciatore Gian Paolo Cavarai con una serie di incontri in Grecia nel 2006. 



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