In Francia, durante la seconda guerra mondiale, diverse organizzazioni cercavano di salvare bambine, bambini e adolescenti ebrei dalle persecuzioni naziste e dalla deportazione nei campi di sterminio. A Izieu, località a circa 80 chilometri da Lione, nel sud del paese, nell’aprile 1943 Sabine Zlatin e suo marito Miron crearono una casa di accoglienza in cui, in un solo anno, furono ospitati più di cento bambini, per poi farli passare clandestinamente in Svizzera, paese neutrale. Dopo l’8 settembre la zona, fino a quel momento occupata dagli italiani, cadde sotto il controllo tedesco.
E il 6 aprile 1944, la Gestapo di Lione, comandata dal famigerato Klaus Barbie, operò una retata: “mentre i bambini sedevano nel refettorio per bere cioccolata calda, i Nazisti irruppero nell’asilo e scaraventarono fuori i bambini urlanti e terrorizzati per metterli sui camion come sacchi di patate”.
Quarantaquattro tra bambini e ragazzi, insieme a sette loro insegnanti, furono arrestati e portati a Lione e da lì al campo di concentramento di Drancy, in Francia. In quarantadue furono trasportati nel campo di sterminio di Auschwitz e lì, subito dopo il loro arrivo, inviati alle camere a gas. Miron Zlatin e due dei suoi ragazzi furono fucilati il 2 agosto a Tallin, nella Prussia Orientale, oggi Estonia.
Sulla storia della Casa d’Izieu e dei suoi bambini è stato girato un film, “La Dame d’Izieu”.
Beate e Serge Klarsfeld, che nel 1983 riuscirono a portare in tribunale Klaus Barbie, scrissero: “44 bambini deportati – non è una mera statistica, ma 44 tragedie che continuano a portarci dolore…”
Il piccolo Georges Halpern, che i genitori avevano inviato alla Casa di Izieu sperando di salvarlo dai nazisti, appena arrivato scrisse alla madre:
“Chère Maman, ti mando10000000000 baci. Tuo figlio che ti ama tanto. Qui ci sono grandi montagne e il villaggio è proprio carino. Vi sono molte fattorie e noi andiamo in giro a cercare fragole e bacche. Ti abbraccio con tutto il cuore. Georgy.”
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