L’avanzamento nazista in Europa durante la seconda guerra mondiale obbligò l’adolescente Sophie Freud (figlia di Martin, figlio di Sigmund) a fuggire insieme alla madre, da Vienna alla Francia e da qui negli Stati Uniti, a Baltimora.
Nel suo diario la giovane Sophie raccontava del lungo viaggio in nave da Lisbona a Baltimora come un viaggio piacevole, in cui lei era corteggiata da un gruppo di polacchi che le facevano molti complimenti.
Sophie Freud, 83 anni, ha letto questo suo diario lo scorso 7 Febbraio 2008, presso la Carnegie Mellon University, dove è stata invitata per parlare della sua vita.
La nipote del leggendario Sigmund Freud, autrice del libro “Living in the Shadow of the Freud Family” è stata invitata non solo in quanto nipote del fondatore della psicoanalisi, ma anche in quanto madre di George Loewenstein, che insegna proprio in quella Università. (La Freud è stata sposata per 40 anni con Paul Loewenstein, dal quale è ora divorziata.).
Mrs. Freud è stata insegnante presso il Simmons College di Boston, dove insegnava nel Corso per assistenti sociali; ora è in pensione. Il figlio è invece professore di psicologia ed economia nel corso di scienze sociali presso l’Università CMU.
La Freud ha letto, durante la conferenza, degli estratti di lettere che lei stessa aveva inviato a suo padre, Martin Freud, e a sua madre, Esti Drucker Freud, la quale non andava d’accordo con il marito e per questo era stata allontanata dalla famiglia Freud.
Quando Esti chiese, ad esempio, al suocero Sigmund di spendere una parola per farla riconciliare con il figlio Martin ricevette un rifiuto: “Mi dispiace, non posso farci nulla,” le scrisse Sigmund, “Tu rendi difficile la vostra vita in comune”.
Sono state anche citate le parole che Sigmund Freud scrisse ad un altro parente a proposito della nipote Sophie, “E’ una maliziosa meshugah (pazza, in lingua ebraica) ed è anche matta in senso medico”.
“Questa fu la diagnosi” ha raccontato in modo impassibile Sophie Freud leggendo la lettera.
E’ a queste lettere e ad altri documenti, fra cui un’autobiografia scritta da sua madre Esti Freud negli anni settanta -che nella conferenza ha fatto riferimento la signora Sophie, la quale ha raccontato in particolare la storia di sua madre e suo padre. Si erano conosciuti durante la prima guerra mondiale, mentre lui svolgeva il serivizio militare nell’esercito autroungarico e poi divenne prigioniero di guerra in Italia.
In una lettera Esti accettò la sua proposta di matrimonio. “Hai catturato tutti i miei pensieri” lei gli scrisse “Sono pronta per diventare la tua migliore e più fedele amica per tutta la vita”
Ma l’amore finì presto. Esti, che veniva da una famiglia agiata, non era preparata ad assumersi le responsabilità della conduzione di una casa e di una famiglia. Il loro matrimonio finì prestissimo.
Oltre a Sophie, che nacque nel 1924, dal loro matrimonio nacque, Walter, nato nel 1921.
Martin ed Esti si separarono quando i Freud fuggirono nel 1938 dall’Austria. Martin e Walter andarono a Londra con Sigmund, gli altri figli e gli altri nipoti, mentre Esti e Sophie andarono a Parigi con altri parenti. La coppia non si riconciliò mai ed i figli ebbero cattivi rapporti con il genitore che non si prendeva direttamente cura di lui (o di lei).
Walter non perdonò mai Esti di averlo punito quando era un bambino. Walter ricordò in seguito un episodio in cui la madre gli chiese: “Chi pensi che sia la migliore madre del mondo?” E lui rispose: “Mrs. Shaw (la madre di un suo amichetto)”. Per questo Esti lo picchiò.
Sophie ha menzionato naturalmente la fine orribile che fecero le sue pro-zie (sorelle del nonno Sigmund) in un campo di concentramento. Anche Sophie e la madre avrebbero potuto subire lo stesso destino, quando i nazisti invasero la Francia se le due donne, impossibilitate a prendere un treno, non fossero fuggite in bicicletta.
Malgrado i rapporti non ottimi fu proprio Martin che suggerì ad Esti, nel Dicembre del 1941, di andare negli Stati Uniti. Si limitò solo al consiglio: niente soldi e per questo madre e figlia impiegarono un anno prima di poter giungere a Baltimora.
Sophie ebbe così la possibilità di studiare e di laurearsi in filosofia presso la Florence Heller School of Social Welfare presso la Brandeis University. La famiglia Freud fu, a suo dire “una normale famiglia disfunzionale con tutti i conflitti ed i dispiaceri che ha avuto la maggior parte delle persone” specialmente durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale.
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