Sono tornate a Francofonte, dopo le lunghissime ricerche del figlio Luciano e del nipote che porta il suo nome, le spoglie di Giuseppe Mineo francofontese nato il 29 maggio del 1909, giovanissimo padre di due figli in tenera età - Luciano, appunto, e Salvatrice - che lasciò gli affetti e la sua città natale per combattere il secondo conflitto mondiale, durante il quale fu ucciso in un campo di concentramento per mano nazista.
Dalla lontana data della sua partenza solo notizie confuse, poi la conferma ufficiale della sua morte, avvenuta a Berlino l’11 marzo del 1944. A seguire la disperazione della giovane moglie, il desiderio dei due piccoli orfani di guerra di riportare almeno i resti mortali del proprio padre a casa, che solo oggi si è realizzato.
Ad accogliere la teca proveniente dal Cimitero Militare Italiano i commossi familiari, i due figli ormai anziani, di 73 e 76 anni, i tre nipoti , Giuseppe, un altro Giuseppe e Vincenza, i pronipoti e molte autorità civili e militari del territorio. A suffragare il momento del ritorno la messa officiata nella Chiesa Madre da padre Salvatore Musso.
“E’ stato un momento importantissimo e molto commovente per la nostra famiglia – spiega il nipote Giuseppe – mio padre aveva espresso la volontà di riportare a casa il suo papà scomparso prematuramente, io ho cercato di far avverare questo suo desiderio, avviando le ricerche che hanno poi portato alla restituzione delle spoglie. Ringrazio per il contributo offertoci l’Amministrazione Comunale nella persona del Sindaco Giuseppe Castania, l’Esercito Italiano, Il Ministero della Difesa, e per la disponibilità mostrata l’Ambasciata Italiana a Berlino”.
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