Oggetti che raccontano le storie degli ebrei uccisi per il solo fatto d’essere considerati inferiori. Tesserini di conservatorio, stelle, documenti, sassi… Ma anche gli oggetti dei nazisti persecutori, foto e documenti dell’orrore.
Il tesserino del Conservatorio di Lwow, per l’anno scolastico 1937-38, apparteneva ad Amalia Badian. Nata nel 1914, la ragazza aveva dunque ventitrè anni all’epoca della foto e venticinque allo scoppio della guerra. Non conosciamo quale sia stato il suo destino. In Europa, Lwow era tra le città che ospitavano il maggior numero di ebrei. Tra il giugno e il luglio del 1941 vennero compiuti diversi pogrom a loro danno: le Einsatzgruppen tedesche (gruppi operativi coordinati da SS e polizia) avevano il compito dichiarato di cercare e annientare qualsiasi presenza di ebreo, zingaro o dissidente politico. Gli uomini venivano uccisi a bastonate o fucilati. Le donne brutalizzate e violentate, prima di essere assassinate. Le sinagoghe vennero saccheggiate e distrutte, le case incendiate. Tra le deportazioni (verso Belzec e Auschwitz, soprattutto) e i pogrom, alla fine del conflitto restarono vive a Leopoli solo poche centinaia di ebrei. Tra i più celebri sopravvissuti vi fu Simon Wiesenthal, che si incaricò di assicurare alla giustizia numerosissimi gerarchi nazisti rifugiati in diversi luoghi del mondo dopo il 1945.
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