Il 17 luglio di sessantotto anni fa, nelle prime ore del pomeriggio, nei pressi del quartiere fiorentino di San Frediano, un manipolo disquadristi e repubblichini della 92a legione della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale – le cosiddette SS italiane, costituite a Firenze il 17 settembre del 1943 ad opera di Mario Carità – al comando del famigerato Giuseppe Bernasconi, perpetrarono quello che poi passerà tristemente alla storia come L’Eccidio di Piazza Tasso, nel corso del quale furano barbaramente trucidati Igino Bergili, Corrado Frittelli, Aldo Arditi, Umberto Peri e un bambino di appena soli 8 anni, si chiamava Ivo Poli, senza contare poi i numerosi feriti più o meno gravi e gli altri abitanti del luogo che furono tratti in arresto e dei quali poi non si seppe più niente, lasciando dietro di sé un fitto mistero che fu svelato solo a distanza di alcuni anni, per la precisione nel 1952, allorché furono rinvenuti i loro resti sul greto del fiume Arno, nei pressi del Parco delle Cascine. Anche loro, come del resto era prevedibile, avevano condiviso la stessa sorte cinica e bara degli altri cinque concittadini passati brutalmente per le armi dalle squadre fasciste.
Ad ogni modo, il pomeriggio del 17 luglio 1944, improvvisamente, le milizie repubblichine, a bordo di un camion, fecero irruzione sulla piazza all’angolo di via Villani con il viale Petrarca e, armate di tutto punto, con fucili mitragliatori, senza alcun indugio incominciarono ad aprire il fuoco sulle persone che stazionavano nella piazza, seminando il panico tra tante donne e bambini che cercavano disperatamente di guadagnare un angolo sicuro per mettersi al riparo da quella pioggia di fuoco.
In realtà, il motivo che indusse i fascisti a portare a termine questa dissennata e ignominiosa spedizione punitiva va ricercato, evidentemente, in una sorta di ritorsione ai danni degli abitanti di San Frediano che, tradizionalmente, erano considerati acerrimi antifascisti e indiscussi protagonisti della Resistenza toscana.
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